I medici al Papa: «Non siamo sicari, la 194 è una Legge dello Stato»

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Papa Francesco torna sull'aborto e definisce i medici che si prestano a eseguire questa pratica, «sicari». Lo ha detto parlando ai giornalisti durante il volo di ritorno dal suo viaggio apostolico fatto in Lussemburgo e Belgio. «Le donne hanno diritto alla vita, la vita loro e la vita dei (Io Donna)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Una strenua difesa della vita, parlando del processo di beatificazione del re Parole forti, ma coerenti alla dottrina della Chiesa, quelle pronunciate di papa Francesco pronunciate sull'aereo che lo riportava a Roma dal suo viaggio apostolico in Belgio (Secolo d'Italia)

Roma, 30 set. (Adnkronos Salute) - "I medici sono sempre vicini alle persone che soffrono, che hanno bisogno del loro aiuto. Nel caso specifico, svolgono questo delicato compito rendendo possibile l’applicazione di una legge dello Stato, la 194/78. (Sardegna Live)

Nel corso di un volo di ritorno da Bruxelles a Roma, Papa Francesco ha definito “sicari” i medici che praticano l’interruzione di gravidanza. Parlando con i giornalisti presenti sull’aereo, (ormai un must dei viaggi internazionali di Bergoglio) il Pontefice ha ribadito la sua posizione, già nota, contro l’aborto. (Demografica | Adnkronos)

Se Bergoglio fa impazzire progressisti e femministe

I medici sono sempre vicini alle persone che soffrono, che hanno bisogno del loro aiuto. Nel caso specifico, svolgono questo delicato compito rendendo possibile l’applicazione di una Legge dello Stato, la 194/78. (FIMMG - Federazione Italiana Medici di Medicina Generale - Sezione regionale Puglia - Sezione prov. Bari)

Sono parole che fanno male”. Non posso però accettare, come medico e come presidente dell’Ordine dei Medici di Firenze, che i colleghi che praticano l’interruzione volontaria di gravidanza siano definiti sicari. (LA NAZIONE)

E nemmeno per sue intemerate contro i medici “sicari” che operano l’interruzione volontaria di gravidanza. Se non si trattasse di argomenti seri, ci sarebbe di che ridere. (Nicola Porro)