L’ultima follia del Domani di Carlo De Benedetti su Trump
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L’ultima follia del Domani di Carlo De Benedetti su Trump Sul quotidiano debenedettiano Domani diretto da Fittipaldi, quella bandiera in fiamme durante la notte sullo sfondo di una carta geografica degli Stati Uniti è semplicemente una follia. I Graffi di Damato Così, a caldo, mentre ancora arrivano dagli Stati Uniti i dati non definitivi della vittoria di Donald Trump su Kamala Harris nella corsa alla Casa Bianca, lasciatemi dire che trovo esagerata quella bandiera americana in fiamme sventolata, non so se più per paura o per rabbia, sulla prima pagina di Domani. (Start Magazine)
La notizia riportata su altri giornali
Uno che li comprava a fare i giornali italiani – ma anche quelli europei e quelli americani “de sinistra” – per leggere idiozie tipo “sapremo i risultati veri solo fra settimane”, come di solito si constata avvenire per Paesi come il Venezuela o l’Iran – in cui il passaggio elettorale è una farsa – oppure “ci sarà un testa a testa, fino all’ultimo respiro”. (L'Opinione delle Libertà)
E, invece, anche alla maggioranza degli elettori americani, più che il fascismo che minaccia la democrazia, i matrimoni per le coppie gay e uno dei sette nani da dipingere di nero, interessano «le frontiere, la sicurezza e tornare a fare grande la nostra Patria». (il Giornale)
Vance il vice presidente, "cafone colto". Ma il quotidiano non se la prende solo con i membri del nuovo governo. (Liberoquotidiano.it)
Nella storia italiana delle errate previsioni sul futuro presidente statunitense rimarrà insuperabile la prima pagina del Manifesto del 3 novembre 2004. Allora il quotidiano comunista, mandando la sera prima in stampa il giornale, si basò solo sui primi exit pool che davano il candidato democratico John Kerry in vantaggio sul repubblicano George W. (Tempi.it)
Se mai possibile, il Vance il vice presidente, "cafone colto". (Secolo d'Italia)
Peccato che 71 milioni di votanti se ne siano fregati, rendendo carta straccia le analisi di parte. Per mesi i talk show ci hanno detto che Donald Trump era un pericoloso reazionario. (La Verità)