Almanacco di oggi, 23 novembre: il terremoto che ferì a morte il Sud

Almanacco di oggi, 23 novembre: il terremoto che ferì a morte il Sud
Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
la Repubblica INTERNO

“Fate presto. Per salvare chi è ancora vivo, per aiutare chi non ha più nulla”. Il celebre titolo del Mattino, tre giorni più tardi, restituirà la dimensione immane della tragedia. E dei ritardi nei soccorsi. La sera del 23 novembre 1980 in Irpinia la terrà tremò per 90 secondi, cancellando interi paesi e devastando tre provincie in particolare (Avellino, Salerno e Potenza). La scossa – magnitudo 6,9 – colpì un’area vastissima e causò danni anche a Napoli, dove crollò un palazzo (la Repubblica)

Se ne è parlato anche su altri media

I sopravvissuti al terremoto del 23 Novembre 1980 ancora oggi piangono le 77 vittime, 65 delle quali bambini che alle ore 19:34 quando la terra tremò per un minuto e 20 secondi, si trovavano nella chiesa di S. Maria Assunta, che crollò interamente. (Potenza News )

Avevo quasi 20 anni in quel novembre dell’80 , un presente di amicizie ed un futuro di sogni “Fb rimosse la storia del mio terremoto del 1980, io la riscrissi e la riscrivo come se fosse ieri… (Positanonews)

Faccio fatica a credere che siano passati quarantaquattro anni. Voglio che il mio abbraccio arrivi forte a tutta l’Irpinia». (ilmattino.it)

La tragedia che fece diventare grande la Camorra

È una domenica come tante, in tv sul primo canale è cominciato da poco Juventus-Inter mentre la seconda rete trasmette un film per ragazzi “Il pirata Barbanera”. Proprio durante la messa in onda di un tempo del derby d'Italia finito 2 a 1 per i bianconeri, sono le 19.34, inizia un dramma che dura 90 lunghissimi secondi: la terra è sconquassata da un’onda sismica di inaudita potenza (Corriere della Sera)

Oggi ricorrono i 44 anni dal sisma che sconvolse la Basilicata e la Campania, cambiando il volto di molte città e spezzando tantissime vite umane. (Positanonews)

Un lasso di tempo sufficiente per cambiare le sorti di un popolo, di un territorio. Il silenzio delle 2914 vittime. (Orticalab)