Il mosaico in fiamme del Medio Oriente e la solidarietà con la Palestina

Che la situazione in Medio Oriente fosse destinata a bruschi cambiamenti rispetto agli scenari di solo pochi mesi fa, lo avevamo intuito e segnalato per tempo sia su questo giornale che nella discussione all’interno del movimento di solidarietà con la resistenza del popolo palestinese. Già con l’apertura del “terzo fronte” in Libano da parte di Israele abbiamo posto il problema del crescente ruolo centrale e destabilizzante del bellicismo israeliano nella ridefinizione geopolitica in Medio Oriente. (Contropiano)

La notizia riportata su altri giornali

Il caso della Siria e del Libano offre un esempio emblematico delle conseguenze durature delle decisioni prese dalle potenze imperiali durante e dopo la Prima Guerra Mondiale.L’Accordo Sykes-Picot del 1916, un’intesa segreta tra Gran Bretagna e Francia con il consenso della Russia, era finalizzato a ridisegnare le mappe politiche del Medio Oriente, suddividendo l’Impero Ottomano in sfere di influenza. (Il Cittadino)

Velo bianco come i guanti di lattice, gillet nero e jeans, anche ieri, Judi, avvocata 26enne, ha impugnato la scopa e ha «fatto la sua parte per rendere la Siria migliore», come dice. O, almeno, per rimuovere cartacce, foto bruciacchiate di Bashar al-Assad e bossoli dei proiettili sparati, ogni sera, dalla folla a piazza degli Omayyadi, nel cuore di Damasco, per celebrare la caduta del regime. (Avvenire)

SIRIA: CONSIDERAZIONI (MILITARI) CONCLUSIVE di Orio Giorgio Stirpe (Nuovo Giornale Nazionale)

La caduta di Assad e il fallimento di Putin

Succede ogni volta che la presunta “stabilità” dei regimi viene svelata nella sua debolezza strutturale. Succede se la gente comincia ad avere meno paura. (Corriere della Sera)

Militante del Partito d’Azione Comunista della Siria, è stato imprigionato per 17 anni nella terribile prigione di Palmira. Pubblichiamo da International Viewpoint, organo in inglese della Quarta Internazionale, questa intervista, anche se è vecchia di una settimana. (Brescia Anticapitalista)

Il 30 settembre 2015 una notizia straordinaria viene annunciata a Mosca, immediatamente pubblicata dalle agenzie ufficiali di stampa, per poi poco dopo esser trasmessa in televisione, a reti unificate: il presidente Vladimir Putin ha convocato una seduta straordinaria della Camera alta del paese, il Consiglio della Federazione, per ottenere l’autorizzazione a impiegare le forze armate in Siria, dopo la richiesta venuta da Bashar al-Assad. (Valigia Blu)