Retromarcia forzata del governo, stop agli aumenti degli stipendi dei ministri
Salta l’equiparazione degli stipendi con i parlamentari ma restano i rimborsi. Cambia anche la norma anti-Renzi Varano il concordato fiscale preventivo, leggasi condono, ma vi aderiscono così pochi che riaprono i termini, senza successo peraltro. Varano il bonus Babbo Natale. Ma poi si rendono conto che è fatto male, perché taglia fuori tantissimi potenziali beneficiari, e sono costretti a rivederlo. (LA NOTIZIA)
Se ne è parlato anche su altri media
Una decisione, questa, necessaria per far arrivare il testo in aula mercoledì come da programma. Tante le novità, dagli stipendi per i ministri ai rincari delle autostrade, passando per il bonus psicologo e il fondo per la prevenzione dell'obesità. (ilmattino.it)
Scoppia il caso sullo stipendio dei componenti del Governo Meloni: quanto guadagna il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara Dopo le numerose polemiche, che hanno generato un vero e proprio caso, nella legge di Bilancio è saltata l’equiparazione dei compensi dei ministri e sottosegretari non parlamentari a quelli dei colleghi eletti i Parlamento. (Virgilio Sapere)
Cambia ancora la norma sull'aumento di stipendio dei ministri, trasformato in un rimborso spese: nell'ultima formulazione dell'emendamento dei relatori viene precisato che ad essere rimborsate saranno le spese di trasferta solo da e per il domicilio/residenza. (Fanpage.it)
Il fatto che in una società secolarizzata non si possa affrontare il tema dei soldi ai politici senza provocare scandalo, senza usare sotterfugi carbonari, senza avere il timore d’incorrere nei fulmini dell’indignazione pubblica e dell’auto-censura personale, fa pensare che la cultura dei tabù in qualche maniera sopravviva nella cosiddetta coscienza collettiva. (ilmessaggero.it)
La commissione Bilancio della Camera ha dato il via libera a maggioranza all’emendamento dei relatori, che riformula quello che in origine equiparava il trattamento economico dei ministri parlamentari e non. (LAPRESSE)
L’ondata di indignazione sui social network e la rumorosa protesta delle opposizioni (con l’eccezione del partito di Calenda) alla fine hanno raggiunto lo scopo, ma solo parzialmente. L’emendamento bocciato, però, in qualche modo è rientrato dalla finestra. (Corriere della Sera)