Regionali sotto le rovine del campo largo

Elly Schlein Matteo Renzi salutò così, qualche mese fa, l’elezione della 5stelle Alessandra Todde a presidente della Regione Sardegna (lui aveva schierato ItaliaViva a favore di Renato Soru): «Il M5s è il partito della decrescita e dei sussidi. Noi siamo quelli dello sviluppo e del lavoro. Posizioni e visioni diametralmente opposte». Un’incompatibilità politica (e di carattere tra lui e Giuseppe Conte) che sta venendo al pettine alla vigilia delle elezioni regionali in Liguria, Emilia-Romagna e Umbria (Italia Oggi)

Su altri giornali

È la consegna che Elly Schlein ha dato ai suoi. Mentre il mondo brucia, con elezioni così importanti alle porte, impelagarsi in una rissa sul perimetro della coalizione con il (fu?) principale alleato, oltre che senza senso, è del tutto controproducente. (la Repubblica)

Abbiamo ricevuto il benservito, carissima Segretaria. Visto l’interlocutore, benservito prevedibile che si sarebbe dovuto evitare agendo con il necessario buon senso, quel buon senso che, nel PD, dal 2013 non esiste più, ove sia mai esistito. (StrettoWeb)

Mentre ci si preparava a contare i danni dovuti al nuovo slittamento dell’approvazione del Defr, il documento di economia e finanza regionale ormai quasi fuori tempo massimo, su cui Michele Emiliano teme di non avere ancora i numeri necessari in Consiglio regionale, il quadro pugliese è stato superato e in qualche modo travolto da quello nazionale. (quotidianodipuglia.it)

Da un’ora ormai rimbalzano di divanetto in divanetto, dal Transatlantico alla buvette, le ultime dichiarazioni di Giuseppe Conte: «Il campo largo non esiste più», nemmeno in Umbria e in Emilia-Romagna al voto a novembre, là dove accordi erano stati fatti t… (La Stampa)

E che nel momento in cui veniva sfidato da Grillo - sfida esistenziale, di leadership e di identità - Giuseppe Conte non poteva permettersi di associare il suo nome a quello di Renzi, per quel che è e rappresenta per il suo mondo, da Bin Salman scendendo pe’ li rami. (L'HuffPost)

Al Pd la misura è colma, anche se la linea della segretaria è sempre la stessa: non cadere nelle provocazioni di Conte. «Piuttosto lavoriamo a testa bassa sulle regionali», è l’invito ai suoi della leader del Partito democratico. (Corriere della Sera)