Kim Jong-un fa saltare le strade di collegamento con la Corea del Sud. L’escalation dopo i lanci di droni di Seul

Per saperne di più:
Ucraina

Una risposta al lancio di droni dei giorni scorsi da Seul, che rappresenta un ulteriore segnale della persistente tensione all’interno della penisola coreana. Pyongyang, secondo i militari della Corea del Sud, ha fatto saltare in aria – intorno a mezzogiorno locale (le 5 in Italia) – le parti settentrionali della rete stradale che collegano i due Paesi, in particolare i tracciati lungo le linee Gyeongui e Donghae, a ridosso della Linea militare di demarcazione. (Il Fatto Quotidiano)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Questo il tenore della miriade di volantini che un gruppo di attivisti della Corea del Sud sta facendo passare oltre la frontiera del 38esimo parallelo per informare il popolo dello “Stato eremita” sul benessere e l’opulenza che si concede il dittatore assieme a una ristretta cerchia di privilegiati fedelissimi. (L'Unione Sarda.it)

Il Nord riferisce che per tre volte dall'inizio del mese (Inside Over)

I volantini degli attivisti del Sud, arrivati non solo nelle aree di frontiera ma addirittura a Pyongyang, secondo le accuse della potente sorella del leader Kim Yo-jong, tracciano un … (L'HuffPost)

Orologi e giacche di lusso: i volantini che scatenano l'ira di Kim e alimentano l'escalation

Secondo quanto riportato dai media sudcoreani, le esplosioni sono avvenute intorno a mezzogiorno di martedì 15 ottobre, interessando in particolare la strada Gyeongui sul versante occidentale e la Donghae sul versante orientale. (WIRED Italia)

Tensione al confine tra Corea del Nord e Corea del Sud. L'operazione della Corea del Nord è arrivata dopo l'incontro di ieri, lunedì 14 ottobre, tra Kim e gli alti funzionari della sicurezza per esaminare i piani di azione militare. (Liberoquotidiano.it)

In tutta risposta, la Corea del Nord ha messo in stato d'allerta le sue truppe, ha fatto esplodere le strade che la collegavano al Sud e minacciato azioni militari nel caso in cui anche un solo altro drone dovesse entrare nel proprio territorio. (il Giornale)