Conte dà il benservito al “campo largo” anche in Emilia-Romagna
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Il ragionamento che va per la maggiore tra gli esponenti del Pd nelle ultime ore è che «la Liguria è un conto, l’Emilia-Romagna un altro». Lo ripetono in tanti, dem più o meno vicini alla segretaria Elly Schlein ma accomunati da una certezza: la Regione rossa per eccellenza non può perdere la componente riformista in vista delle prossime Regionali. Perché l’Emilia- Romagna non è la Liguria, appunto, il candidato presidente Michele De Pascale è un riformista convinto e i veti imposti dal M5S su Iv in Liguria dovranno avere vita breve. (Il Dubbio)
Ne parlano anche altre testate
Centinaia di messaggi con lo stesso appello: «Mai con Renzi». Pagine e pagine piene di queste raccomandazioni sul portale M5s, che ha raccolto i contributi di iscritti e sostenitori per l'assemblea costituente. (La Stampa)
La riflessione Le mosse più importanti sulla scacchiera sono state, in questi giorni, quelle di Giuseppe Conte e di Giorgia Meloni. Conte ha prima rotto con il centrosinistra sulla Rai (gesto politico rilevante e pieno di conseguenze) e poi ha sotterrato il cosiddetto campo largo condizionando fortemente il voto delle prossime regionali di Liguria, Umbria ed Emilia Romagna. (LaC news24)
Sono chiari Gabriele Lanzi e Marco Croatti, coordinatori regionali dei Cinque Stelle per l’Emilia-Romagna. – "Con Michele de Pascale ci sono degli accordi che rispetteremo. (il Resto del Carlino)
Dal 3 a 0 al 1-2. E iniziare la cavalcata verso Palazzo Chigi. (il Giornale)
Ha risposto così la presidente della Regione sarda Alessandra Todde, ex vice di Conte alla guida del M5s, in merito alla fine del campo largo dichiarata da Conte. In realtà quello che voleva dire il presidente Conte è che c'è un tema di credibilità, nella fattispecie rispetto a Renzi, che non può essere taciuto o che non può non essere affrontato". (Corriere Delle Alpi)
Paolo Natale (Italia Oggi)