Autonomia differenziata, la Cassazione dà il via libera al referendum abrogativo: l'ultima parola adesso spetta alla Consulta

Il pronunciamento arriva dopo che la Corte costituzionale aveva accolto solo parzialmente i ricorsi di Puglia, Toscana, Sardegna e Campania L’ufficio centrale per i referendum della Corte di cassazione ha dato il proprio assenso alla consultazione per abrogare la legge sull’autonomia differenziata. Sul testo, che porta la firma del leghista Roberto Calderoli, si era già espressa la Consulta. Esaminando i ricorsi di Puglia, Toscana, Sardegna e Campania, la Corte costituzionale aveva rilevato sette profili di illegittimità, respingendo però la questione di costituzionalità sull’intera legge. (Open)

Se ne è parlato anche su altre testate

Cancellato il quesito parziale, perch&ea… Secondo quanto apprende HuffPost da fonti del comitato referendario, la Cassazione ha dato ufficialmente il via libera a uno dei due quesiti - quello che chiede l'abrogazione di tutta la legge - dopo che la riforma Calderoli è stata dichiarata parzialmente incostituzionale. (L'HuffPost)

La decisione, contenuta in un’ordinanza di 28 pagine, conferma la legittimità della richiesta di abrogare la legge Calderoli, nonostante l’intervento della Corte Costituzionale. Autonomia differenziata, la Cassazione dà il via libera al referendum abrogativo Di (Orizzonte Scuola)

La Corte di Cassazione ha dato l'ok al referendum per l'abrogazione dell'autonomia differenziata. Lo riporta la Repubblica online. La parola definitiva torna ora alla Corte Costituzionale. (Adnkronos)

Autonomia, arriva il sì della Cassazione al referendum per l’abrogazione totale

Semaforo verde dalla Cassazione per l'abrogazione della legge sull'Autonomia differenziata. L'ordinanza dei giudici di piazza Cavour considera "illegittime" specifiche disposizioni dello stesso testo legislativo. (Tiscali Notizie)

La Cassazione ha dato il via libera al referendum per l'abrogazione dell'autonomia differenziata. (Sky Tg24 )

Come anticipa Repubblica, cade invece il quesito presentato dai consigli regionali che puntavano all’abrogazione parziale, in quanto la Corte Costituzionale ha provveduto sostanzialmente a demolire i punti indicati. (La Stampa)