Il sì ai dazi anti-Cina spacca l'Europa

Sui dazi quinquennali contro le auto elettriche prodotte in Cina, si è assistito a una nuova prova di disunione europea. Non è stata infatti raggiunta una maggioranza qualificata né a favore né contro la proposta della Commissione: 10 Stati hanno detto sì (tra cui Italia e Francia), 5 hanno votato contro (Germania e Ungheria tra questi) e 12 si sono astenuti. Ma per dare un via libera diretto ai dazi proposti dalla Commissione serviva l'ok del 55% degli Stati, cioè il 65% della popolazione. (il Giornale)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Nel tempo, le auto cinesi arriveranno, come è arrivata Tesla . Josef Nierling, Ceo di Porsche Consulting Italia, non crede all’efficacia delle barriere tariffarie a tutela dell’auto elettrica made in Europe. (Il Sole 24 ORE)

Perché Francia e Germania si dividono sui dazi europei alle auto cinesi I paesi membri dell’Unione europea hanno approvato oggi la proposta della Commissione di imporre nuovi dazi sui veicoli elettrici importati dalla Cina (Start Magazine)

Il voto contrario della Germania e di altri quattro Paesi non è bastato a bloccare i dazi sulle auto elettriche cinesi. L'Unione Europea si è spaccata sulla proposta di introdurre tariffe nei confronti di alcuni produttori di auto elettriche assemblate in Cina (L'HuffPost)

Cina contro i dazi UE: “Protezionismo sleale”

Con molti astenuti, gli Stati membri dell’Ue, hanno detto sì alle tasse aggiuntive sui veicoli elettrici cinesi, ma passando la palla alla Commissione. Se n’è parlato molto tra dubbi, paure, protezionismo e difesa dalla minaccia cinese. (ClubAlfa.it)

Il succo sta nella procedura, che, sì, è forma, ma è anche sostanza. Bruxelles – I dazi dell’Unione europea alle importazioni di auto elettriche cinesi non vengono né bocciati né approvati dai Ventisette Paesi membri e, dunque, possono andare avanti. (EuNews)

“I dazi non solo ostacolano la cooperazione commerciale e di investimento tra Cina e Ue, ma ritardano il processo di trasformazione verde dell’Ue”, si legge nella nota del ministero del Commercio. Forti accuse, come quella di “grave violazione del commercio internazionale”, vengono accompagnate da avvertimenti più o meno espliciti. (RSI.ch Informazione)