Bruxelles e i mercati alternativi agli Usa

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
ilmessaggero.it ESTERI

Sarebbe necessario che, oltre alle iniziative allargate di cui sarà un esempio la nuova riunione dei “volenterosi” che, per impulso di Macron, si terrà giovedì a Parigi, l'Unione riflettesse sulle strategie e non solo su singole misure, pur fondamentali, quale quella per la difesa. Si è chiamati a decidere non solo sul "che fare" per il tema cruciale della guerra in Ucraina, ma anche sulla questione-dazi e, prima ancora, sul prospettato ridimensionamento del ruolo degli Usa nella Nato. (ilmessaggero.it)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Dopo lo sputtanamento (reale o finto?) dei messaggi su Signal, finalmente adesso sarà chiaro a tutti che aldilà dell’Oceano non ci amano. Io che non ci amano l’ho chiaro dal 1945! Dopo la simpatica uscita del vicepresidente Vance e del segretario alla Difesa Pete Hegseth, anche Trump ci ha messo il suo bel carico da novanta sostenendo il suo vice: "Sono d'accordo con lui, sono dei parassiti, lo sono stati per anni". (Il Giornale d'Italia)

Fine della copertura militare e pure del trattamento di favore finora goduto nell’interscambio commerciale. L’aspettano nuovi, pesanti dazi. (L'Eco di Bergamo)

A lungo termine l’Europa sarà più forte. La tendenza all’integrazione non si potrà arrestare, né diminuirà la pressione degli Stati Uniti sul fronte dei rapporti politici transatlantici, perché ne siano cambiati, più o meno sostanzialmente, gli equilibri consolidati nel corso dei 70 anni che ci dividono dalla fine della seconda guerra mondiale. (Il Domani d'Italia)

Lasciando da parte l’importante capitolo del possibile accordo sulla fine della guerra di Ucraina, non esistono ancora idonee strategie alternative nel campo economico. La prima ragione di questa persistente incertezza deriva proprio dai frequenti cambiamenti di spartito da parte di Trump che quotidianamente varia la misura e la scadenza delle barriere doganali, anche se esse rimangono un dogma fondamentale della sua politica. (ilmessaggero.it)

Mentre è chiaro che sia Trump che Putin hanno un piano di lungo periodo ben chiaro a favore della crescita e stabilità delle proprie nazioni, un assetto da realpolitik, insomma, in cui la Cina avrà anche un suo ruolo, in linea con il suo status di potenza, o meglio di super potenza mondiale, il Vecchio continente non solo non lo possiede ma da segni di senilità. (Il Fatto Quotidiano)

English version available at this link Autore Jean-Yves Dormagen Data 23 Marzo 2025 Salva Salvato Versione pdf Condividi Iscriviti per scaricare la versione pdf di questo articolo (Le Grand Continent)