Pressione fiscale oltre il 50% nel quarto trimestre 2024. Istat: “Record dal 2019, ma conti pubblici in attivo”
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Nel quarto trimestre del 2024 la pressione fiscale aumenta e sfonda la soglia del 50%: secondo i dati Istat è stata pari al 50,6% del Pil, in aumento di 1,5 punti percentuali rispetto al 49,1% dello stesso periodo dell’anno precedente. Nell’intero 2024, la pressione fiscale si è attestata al 42,6% del Pil, registrando un incremento di 1,2 punti percentuali rispetto ai 41,4 del 2023. Sempre nel quarto trimestre 2024 il saldo del conto delle amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil ha riportato un accreditamento dello 0,4% contro un deficit pari al 6,6% nello stesso trimestre del 2023. (Calabria 7)
Su altre testate
Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato del 2,7% per un valore di 35,2 miliardi, di contro cala il tasso di profitto delle aziende sceso al 43,3%. Più contenuta la crescita dei prezzi con un aumento dell’1,3%. (La voce del Trentino)
Sale nel quarto trimestre del 2024 la pressione fiscale e sfonda la soglia del 50%: secondo i dati Istat, è stata pari al 50,6% del Pil, in aumento di 1,5 punti percentuali rispetto al 49,1% dello stesso periodo dell'anno precedente. (RaiNews)
Un risultato che, come sottolinea l'Istat, «rappresenta il primo avanzo primario dal quarto trimestre del 2019» e segna una svolta importante dopo anni segnati da deficit elevati, pandemia e misure straordinarie di sostegno. (il Giornale)
L'Istat ha reso noto l'andamento dei conti nazionali per settore istituzionale relativi agli anni 1995 - 2024, con il report che di seguito si riporta. La spesa per consumi finali cresce dell’1,7% e la propensione al risparmio delle famiglie sale al 9,0%, dall’8,2% del 2023. (Nuovo Giornale Nazionale)
Nel quarto trimestre 2024 saldo in attivo per la prima volta dal 2019. Aumentano i consumi, scende la propensione al risparmio (LiberoReporter)
Qualche giorno fa il governo si è vantato dei risultati raggiunti sull’occupazione, anche se è stato piuttosto facile smontare la sua spicciola propaganda che nasconde un modello dilagante di lavoro precario e sottopagato. (Contropiano)