Morbillo e no-vax: gli Stati Uniti riscoprono malattie dimenticate

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SALUTE

Un’epidemia di morbillo, che al momento conta oltre 250 casi tra Texas, Oklahoma e Nuovo Messico, ha riacceso i timori che malattie un tempo debellate possano tornare a diffondersi negli Stati Uniti. La situazione, che vede il Texas come epicentro con 279 casi confermati al 18 marzo 2025, è il risultato di una combinazione di fattori: una copertura vaccinale insufficiente, apparati sanitari indeboliti dai tagli ai dipartimenti pubblici e messaggi ambigui diffusi dalle autorità sanitarie. La contea di Gaines, in particolare, ha registrato un aumento da 174 a 191 casi nello stesso periodo, con 36 ricoveri ospedalieri in tutto lo stato.

Il morbillo, malattia altamente contagiosa che si credeva ormai sotto controllo, sta tornando a preoccupare non solo negli USA ma anche in Europa. Secondo i dati del Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC), tra febbraio 2024 e gennaio 2025 si sono verificati 32.265 casi nel Vecchio Continente, con l’Italia che si posiziona al secondo posto dopo la Romania, con 1.097 contagi. Nei primi due mesi del 2025, nel nostro Paese sono stati registrati 127 casi, di cui oltre il 90% riguardano soggetti non vaccinati e il 7% coloro che hanno ricevuto una sola dose.

La ripresa del morbillo è strettamente legata al calo delle vaccinazioni, fenomeno che negli ultimi anni ha visto crescere il movimento no-vax, alimentato da disinformazione e fake news. I pediatri ribadiscono che il vaccino rimane l’unico strumento efficace per prevenire la malattia e le sue complicanze, che possono includere polmonite, encefalite e, in casi estremi, la morte. Tuttavia, la diffusione di teorie infondate sui presunti effetti collaterali dei vaccini ha portato a una riduzione delle coperture, creando sacche di popolazione vulnerabile in cui il virus può circolare liberamente.

Negli Stati Uniti, la situazione è aggravata da un sistema sanitario in crisi, con interi dipartimenti smantellati durante l’amministrazione Trump. Questo ha lasciato il Paese impreparato ad affrontare emergenze sanitarie, come dimostra l’attuale epidemia. In Europa, nonostante i sistemi sanitari siano generalmente più robusti, la disinformazione e la riluttanza verso i vaccini continuano a rappresentare una minaccia.