Lunedì alle 10 a Brescia l'udienza per il fermo del 17enne

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OglioPoNews INTERNO

E’ stata fissata per le ore 10 di lunedì mattina al Tribunale dei Minorenni di Brescia l’udienza di convalida del fermo per il 17enne albanese residente a Viadana indagato per l’omicidio di Maria Campai, 42enne di origine rumena che negli ultimi anni aveva vissuto a Parma. Gli avvocati del 17enne Paolo Antonini e Valeria Bini hanno spiegato di avere potuto parlare solo pochi minuti col giovane, di avere letto al momento semplicemente il verbale del primo interrogatorio del minorenne davanti ai Carabinieri, ma senza la presenza degli avvocati, giovedì nel primo pomeriggio, pochi minuti prima che, grazie alle indicazioni del ragazzo, il corpo di Maria venisse ritrovato nella villetta disabitata di via Monteverdi. (OglioPoNews)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Cercava come strangolare a mani nude, in quali punti del volto sferrare pugni. Ricerche, riporta la testate, spasmodiche insieme a quelle di pratiche di sesso estremo. (Open)

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Queste le parole che, secondo la Gazzetta di Mantova, avrebbe pronunciato davanti ai carabinieri, in una sorta di confessione, il 17enne accusato di aver ammazzato in modo premeditato il 19 settembre scorso nel garage di casa a Viadana Maria Campai, 42enne romena contattata su una chat di incontri, e di averne poi nascosto il cadavere nel giardino di una vicina villetta disabitata. (RaiNews)

C’è un nuovo dettaglio, emerso tra le crepe del silenzio ufficiale che si affida esclusivamente a comunicati stampa da parte dell’Arma di Viadana, sul delitto di Maria Campai: il cellulare della donna, infatti, sarebbe stato fatto sparire dall’assassino. (OglioPoNews)

– Portano un fiore, una peonia, dove è stata uccisa. Poi decide di lasciarlo sulla cancellata della villa, per il momento disabitata, a pochi metri dal giardino dove Maria ha trovato, per una settimana, la sua temporanea sepoltura, coperta da uno strato di fogliame. (IL GIORNO)

Queste parole, che aveva condiviso col Corriere di ritorno dalla caserma dei carabinieri per assemblare un primo borsone di vestiti destinato al ragazzino in prigione, le ha ripetute ai suoi colleghi coi quali ripara i lampioni della luce tra la Lombardia e l’Emilia. (Corriere Milano)