L’auto europea vive tempi duri. Ma a Bruxelles lo capiscono?
Calo della domanda, stagnazione nelle vendite, transizione ecologica che stenta a decollare. Mala tempora currunt per l’auto europea, insomma. E per il 2025 c’è lo spauracchio delle multe Ue, a carico dei marchi che si dimostreranno meno virtuosi nelle emissioni. Le elettriche continuano a rimanere indigeste al consumatore europeo, a maggior ragione se non accompagnate … (Il Fatto Quotidiano)
Se ne è parlato anche su altri media
Con 370 sì, 282 no e 36 astensioni, il 27 novembre la plenaria del Parlamento europeo ha approvato con voto palese la squadra della nuova Commissione europea presieduta da Ursula von der Leyen. Introduzione (Sky Tg24 )
Ho chiamato tutto questo Liberalfascismo, ma non pensavo che così rapidamente esso sarebbe diventato il governo della Unione Europea. Ho appena scritto un libro per documentare la crescente convergenza tra forze liberali e forze reazionarie occidentali, nel nome delle politiche liberiste e di quelle di guerra alla Russia oggi, e alla Cina domani. (Il Fatto Quotidiano)
– Magro è bello. A detta però delle voci più informate di Bruxelles, la presidente della Commissione “avrà ancora più controllo su tutto”, come dice un alto funzionario. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Per essere confermato, il Collegio dei Commissari aveva bisogno della maggioranza dei voti espressi, come disposto dall'articolo 129, paragrafo 7, del Regolamento del Parlamento Europeo. (Agronotizie)
Poi ci sono state alcune posizioni individuali di segno diverso, come anche nei mesi precedenti. “Si può fare soltanto se si ricostruisce una posizione comune nello scenario internazionale dei socialisti, perché purtroppo pesano in questi passaggi una serie di contraddizioni che riguardano anche il campo socialista. (Il Fatto Quotidiano)
Inoltre, è il risultato peggiore se si confronta con gli altri voti di fiducia per le precedenti Commissioni europee, da quella di Jacques Santer nel 1995 (417 voti favorevoli su 626 seggi totali), a quelle di Romano Prodi nel 1999 (510 su 626), di José Manuel Barroso nel 2004 (478 su 732), ancora di Barroso nel 2010 (488 su 736), di Jean-Claude Juncker nel 2014 (423 su 751) e della stessa von der Leyen nel 2019 (461 su 748). (Corriere della Sera)