A 16 anni uccide e dà fuoco al suo migliore amico per ordine dei clan

Violento, spietato, pusher. A soli 16 anni ha sparato a bruciapelo uccidendo un ragazzo poco più grande di lui, un ventenne. Poi, insieme a dei complici, ne ha bruciato il corpo in una campagna alla periferia di Napoli. Gli affari dello spaccio andavano sistemati, questa la motivazione. E poco importa se i componenti del suo stesso gruppo avevano provato a convincerlo di non risolvere la faccenda in questo modo. (La Stampa)

Ne parlano anche altri giornali

Doveva uccidere l’amico. Per lui, appena sedicenne, era una sorta di battesimo del fuoco, una cosa da compiere per stare nel gruppo dei grandi, quelli che gestivano l’oro di Pianura, le piazze di cocaina e hashish. (ilmessaggero.it)

Il minorenne è imparentato con una nota famiglia di malavita del rione Traiano e ha ricevuto il provvedimento restrittivo a suo carico in un istituto penale per minori in cui è rinchiuso per un agguato fallito cui avrebbe partecipato con altri del gruppo Santagata, tra cui il giovane capoclan Massimiliano Santagata. (ROMA on line)

Leggi tutta la notizia "Me lo hanno ordinato i grandi, ma era mio amico". (Virgilio)

Ucciso e dato alle fiamme, la confessione shock di un minore

"Me lo hanno ordinato i grandi, ma era mio amico". Emergono dettagli agghiaccianti dall'interrogatorio del 16enne accusato di aver ucciso e dato alle fiamme Gennaro Raimondino, 20enne il cui... (Virgilio)

Doveva uccidere l'amico. Non ha incassato un euro per quel delitto, non ha avuto neppure un regalo. (ilmattino.it)

"Me lo hanno ordinato i grandi, ma era mio amico". Emergono dettagli agghiaccianti dall'interrogatorio del 16enne accusato di aver ucciso e dato alle fiamme Gennaro Raimondino, 20enne il cui cadavere fu trovato la notte del 31 agosto scorso in un fondo agricolo abbandonato a Pianura, zona occidentale di Napoli (Zoom24.it)