Brain Rot, cosa significa

Scena tipica: adolescente sul divano con smartphone in mano che sembra inebetito, sguardo spento, non risponde agli stimoli, se costretto dà risposte confuse a domande banali, sembra impossibilitato a posare il cellulare per dedicarsi ad attività semplici o complesse. Una scena che si verifica in quasi tutte le case dove vivono gli adolescenti e che è stata oggetto di analisi e studi da parte degli esperti. (Nostrofiglio)

La notizia riportata su altri media

Sebbene la legge Children’s Online Privacy Protection Act (COPPA) del 1998 stabilisca i tredici anni come età minima per accettare le condizioni delle aziende, fornire i propri dati e creare un account personale, risulta comunque molto semplice eludere questi controlli, poiché non è prevista alcuna verifica effettiva. (Scienza in rete)

Un tempo enorme, se consideriamo che durante lo stato di veglia, dovremmo essere tendenzialmente impegnati tra scuola/studio/lavoro, pasti, sport e hobby, relazioni e varie altre attività. 5 ore e 49 minuti al cellulare come media significa rinunciare a una copiosa fetta di vita reale, esperienze, conoscenza, attività e contatto umano. (Vanity Fair Italia)

Il termine si riferisce a una condizione sempre più comune nell'era digitale. Ecco cosa vuol dire e perché riguarda gli studenti. (Skuola.net)

Il «brain rot» e lo spettro del declino cognitivo. Siamo davvero spacciati?

1. Cause principali dell’overdose digitale L’overdose digitale è una condizione causata da un eccessivo uso di dispositivi digitali, come smartphone, tablet, computer e altri strumenti tecnologici. Questo fenomeno, tipico della società moderna, può avere impatti negativi su salute mentale, fisica e sociale, interferendo con il benessere quotidiano. (Microbiologia Italia)

Le parole sono importanti. L’Oxford Dictionary, quest’anno, assolve in modo pieno a questa funzione, ponendo al centro del dibattito un tema che è tutt’altro che nuovo nella sua dimensione qualitativa ma inedito, probabilmente, nella sua dimensione quantitativa. (Artribune)

Pellai: “L’overdose digitale sta compromettendo la salute mentale dei giovani” Di La pervasività degli strumenti digitali nella vita dei più giovani sta generando preoccupanti segnali d’allarme. Lo evidenzia con forza Alberto Pellai, noto psicoterapeuta dell’età evolutiva, che mette in guardia sui rischi di un’eccessiva esposizione alla tecnologia fin dalla prima infanzia. (Orizzonte Scuola)