Libertà di espressione e Digital Services Act: la posizione della Commissione Europea

"La libertà di espressione è al centro del Digital Services Act (Dsa), che stabilisce le regole per gli intermediari online per contrastare i contenuti illegali, salvaguardando la libertà di espressione e d'informazione online: nessuna disposizione del Dsa obbliga gli intermediari online a rimuovere i contenuti leciti". Lo dichiara all'ANSA un portavoce della Commissione Europea in risposte alle accuse del patron di Facebook, Mark Zuckerberg (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Su altre fonti

Tutto il resto avrà libertà assoluta di circolazione, con il rischio che le piattaforme del gruppo diventino – più di quanto già non siano, a dirla tutta – degli sfogatoi senza limiti e senza alcuna garanzia di rispetto reciproco. (Vanity Fair Italia)

È una mossa che molti vedono come rivoluzionaria, ma che in realtà nasconde un’ammissione implicita: il fact-checking non funziona. Il fact-checking è stato un fallimento, ma nessuno vuole dirloNegli ultimi giorni, l’annuncio di Meta di abbandonare il fact-checking per un sistema basato sulle «Community Notes» ha fatto discutere. (Corriere della Sera)

Fermi tutti: la notizia è ciò che ha ammesso di aver fatto, non ciò che promette di fare. (il Giornale)

Ue respinge le accuse di censura di Zuckerburg

Le piattaforme social, come affermato da Mark Zuckemberg, delegheranno agli utenti l'attività di fact checking, per questo è importante allenare i più piccoli a riconoscere una notizia vera da una finta. (Fanpage.it)

Ieri, alla vigilia del secondo mandato del tycoon alla Casa Bianca e nel tentativo ormai esplicito di riposizionarsi al fianco del neopresidente, Mark Zuckerberg ha annunciato una serie di modifiche alle politiche di moderazione dei contenuti sulle sue piattaforme. (Corriere della Sera)

Meta (LA STAMPA Finanza)