Beirut, attacco israeliano nei pressi dell'aeroporto. L'esercito: "Azione mirata"

Beirut, attacco israeliano nei pressi dell'aeroporto. L'esercito: "Azione mirata" L'esercito israeliano ha attaccato ancora Beirut, nella zona a sud della città e nei pressi dell'aeroporto. L'esercito israeliano in un comunicato, ha descritto l'operazione come un "attacco mirato" . Il sobborgo meridionale di Beurut, chiiamato Dahiyeh è considerato una roccaforte del gruppo militante Hezbollah. 00:15 (La Stampa)

Se ne è parlato anche su altre testate

“È passato un anno da quella mattina in cui lo Stato di Israele si è svegliato dopo un attacco brutale che ha portato alla guerra più giusta di tutti i nostri anni. Un anno di guerra dura e continua, giorno e notte”. (Il Sole 24 ORE)

Potenti esplosioni hanno squarciato il buio, illuminando drammaticamente il cielo della capitale libanese. All'alba, la città era avvolta da una fitta coltre di fumo, con alte colonne che si levavano dai luoghi degli attacchi. (la Repubblica)

DALLA NOSTRA INVIATA BEIRUT – «Stavamo proprio parlando di cosa fare, del futuro». Achrafieh, quartiere centrale di Beirut, il più antico ma anche quello dei negozi e dei locali alla moda. (Corriere della Sera)

Il fotoreporter premio Pulitzer di Lugo: “I bombardamenti non finiscono Beirut sud è ormai un deserto”

È normale che tutto questo accada in questo modo? Che i nostri figli rischino in ogni momento di morire?» ci dice uno degli uomini sul posto, mentre ci invita a mettere le mascherine per via del fosforo bianco che lui crede sia stato utilizzato – come in molti altri attacchi – da Israele. (il manifesto)

Crateri ovunque, come a Dahiye, roccaforte Hezbollah a Beirut sud, dove, nella notte tra sabato e domenica, decine d… Solo nel “day after” si può cogliere l’entità del danno. (La Stampa)

Mi trovavo in Giordania e ho preso il primo aereo». Tugnoli, nato a Lugo nel 1979 e un’infanzia trascorsa a Sant’Agata sul Santerno, conosce benissimo il Medioriente: sposato con una donna libanese, ha vissuto 8 anni a Beirut per poi trasferirsi a Barcellona con la moglie, nel 2019 ha vinto il premio Pulitzer per un progetto fotografico sulla crisi umanitaria in Yemen e da anni collabora con il giornale statunitense Washington Post, che l’ha inviato anche su questo nuovo, ennesimo teatro di guerra. (Corriere Romagna)