“Noi qui ci sentiamo sicuri”
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Mentre si procedeva al riassesto idrogeologico, alla riparazione dei danni subiti, gli abitanti emiliano-romagnoli hanno rivisto passare davanti le stesse scene di quella notte tra il 16 e il 17 maggio 2023: di nuovo, a distanza di un anno, le stesse, strazianti, immagini: l’Emilia Romagna torna ancora sott’acqua e, questa volta, il fango non trascina solo i detriti ma anche tanta rabbia, rancori e richieste di spiegazioni. (La Voce di Rovigo)
Se ne è parlato anche su altri media
Succede e succederà quest’anno, l’anno prossimo, tra dieci anni. In mezza Europa, basta vedere le immagini che arrivano da Polonia, Germania, Slovacchia, Ungheria, Austria, Francia. (ravennanotizie.it)
Rimaniamo soprattutto perplessi fin dalle prime righe, dove, con tono... 'Riceviamo e leggiamo con sorpresa le parole del comunicato pubblicato in data 23 settembre dalla giovanile di Fratelli d'Italia. (Virgilio)
In Emilia Romagna? La domanda rimbalza da giorni, tra accuse reciproche e la rabbia dei cittadini nelle zone colpite alle prese con case e attività lavorative di nuovo (in molti casi per la terza volta) distrutte dal fango e dall’acqua. (il Resto del Carlino)
Crediamo infatti che all’origine di questi disastri che stanno colpendo il nostro territorio, oltre al cambiamento climatico (sempre più evidente, che aumenta frequenza e intensità degli eventi estremi) ci siano molte responsabilità dell’uomo. (ravennanotizie.it)
È sconsolato Valerio Molinari, presidente Centro studi per il cambiamento climatico, nel raccontare quello che ha visto, 17 mesi dopo l’alluvione di maggio 2023, quando è andato a spalare il fango la scorsa settimana. (il Resto del Carlino)
Il maltempo continua implacabilmente a far danni, con sempre maggior frequenza. Scuote la testa Nicola Casagli, geologo, docente all'Università di Firenze, presidente dell'Ogs (l'Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale) e membro della commissione grandi rischi che supporta la Protezione civile. (LA NAZIONE)