Brescia, svastiche in piazza, il centrosinistra chiede le dimissioni di Andreoli

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INTERNO

A Brescia, la recente comparsa di svastiche sui monumenti e sulle scuole ha scatenato un acceso dibattito politico. Il consigliere comunale Carlo Andreoli, unico a non aver firmato l'ordine del giorno di condanna delle svastiche e di ogni richiamo all'ideologia nazista e fascista, è al centro delle polemiche. La maggioranza in Loggia, rappresentata dai capigruppo di Al lavoro con Brescia, Pd, Brescia Capitale, Brescia Attiva, Civica Castelletti, Azione Italia viva e + Europa, ha chiesto le sue dimissioni, sostenendo che un consigliere comunale che non si riconosce nei principi cardine della costituzione e della democrazia non può rappresentare i cittadini.

La notte del 19 dicembre scorso, la città è stata violata con l'imbrattamento di alcuni muri e monumenti con simboli nazisti, tra cui svastiche, in piazza Loggia sul monumento della Bella Italia, in corso Magenta e sui muri del Liceo Gambara. Questi segni, che evocano un passato di violenza e negazione della libertà, hanno suscitato indignazione e richieste di azioni concrete.

Il partito Fratelli d'Italia, di cui Andreoli fa parte, ha replicato alle accuse del centrosinistra, alimentando ulteriormente le polemiche. I dirigenti bresciani del partito hanno difeso il consigliere, sottolineando la loro opposizione a tutte le dittature, compresa quella nazista, comunista e di altro tipo. Tuttavia, la mancata adesione di Andreoli alla mozione antifascista ha portato a una richiesta di dimissioni da parte di Omodei, che ha definito vergognosa la sua mancata firma dell'ordine del giorno approvato nell'ultimo consiglio comunale.

La vicenda ha messo in luce il ruolo civico, umano e sociale dei docenti e dei cittadini di Brescia, chiamati a reagire di fronte a simboli che rappresentano un passato che, per espressa disposizione costituzionale, non può tornare.