Francia, Gisèle Pelicot da vittima a icona contro la violenza sessuale

Nel cuore della Provenza, nella tranquilla cittadina di Mazan, si è consumata una delle vicende più sconvolgenti della storia giudiziaria francese. Dominique Pelicot, un uomo che per quasi un decennio ha drogato e permesso a decine di uomini di abusare di sua moglie Gisèle, è stato condannato a vent’anni di carcere dal tribunale di Vaucluse. Un verdetto che non solo segna la fine di un orrore, ma accende i riflettori su un sistema culturale e legale che necessita di cambiamenti urgenti. (Demografica | Adnkronos)

La notizia riportata su altre testate

"Ho attualmente fiducia nella nostra capacita' di cogliere collettivamente un futuro in cui ognuno, donne e uomini, possano vivere in armonia, nel mutuo rispetto e nella comprensione", ha aggiunto. Gise'le Pelicot, la vittima nel maxi-processo cosiddetto degli stupri di Mazan in Francia, ha detto di ''rispettare'' la sentenza dei giudici, criticata, in particolare, da diversi movimenti femministi che la considerano troppo morbida. (Tiscali Notizie)

PARIGI. Béatrice Zavarro si dice «indifferente» al soprannome di “avvocata del diavolo” che le è stato affibbiato da quando ha deciso di difendere Dominique Pelicot, condannato a 20 anni di carcere per le violenze sessuali organizzate ai danni dell’ormai ex moglie Gisèle. (La Stampa)

Nell'aula del tribunale, la lettura delle sentenze nei confronti dei 51 dichiarati colpevoli degli stupri su Gisèle Pelicot è incessante. "Oggi è il giorno di Gisèle", commentano i social. (Luce)

"Merci Gisèle Pelicot": il coraggio di una donna smuove le coscienze

E tutte quelle persone che le hanno mostrato, a parole e gesti, il loro sostegno e la loro vicinanza. Con la voce rotta dall’emozione, Gisèle Pélicot ha letto davanti ai giornalisti un testo che si era preparata per il giorno del verdetto del processo di Mazan (Radio Popolare)

51 uomini tra i 27 e i 74 anni, tutti colpevoli, di aver stuprato Gisèle Pelicot. Colpevole, colpevole, colpevole: nell’aula Voltaire del tribunale di Avignone, il giudice Roger Arata lo ripete per 51 volte quanti sono gli imputati, sui banchi, quasi tutti con la mascherina, a testa bassa, 27 sono arrivati liberi, uno zaino sulle spalle, una borsa a tracolla, molti senza niente, le mani in tasca. (ilmessaggero.it)

Qual è la situazione in Svizzera? E in che direzione si dirige il Paese? Gli sviluppi attuali e futuri sono al centro del mio lavoro. Una volta sbarcate a Daulatdia, molte donne vi rimangono per il resto della loro vita. (Prima Pagina - SWI swissinfo.ch)