Petrolio: Opec+ rimanda aumento offerta dopo tonfo prezzi. Il crollo ‘monstre’ previsto da Citi
L’Opec+, il gruppo che comprende paesi Opec come l’Arabia Saudita e non Opec come la Russia, ha deciso di posticipare di due mesi l’aumento dell’offerta pianificato a partire dal mese di ottobre, a causa del recente tonfo dei prezzi del petrolio. Una decisione, quella di rimandare l’aumento della produzione, che non ha neanche presa sulle quotazioni del crude oil che, a parte un balzo immediato successivo alla notizia, continuano a viaggiare ai minimi degli ultimi 14 mesi, a causa dei timori legati alla domanda degli Stati Uniti e della Cina, in un contesto caratterizzato dalle rinnovate preoccupazioni per l’arrivo di una recessione Usa. (Finanzaonline)
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Da inizio anno ora la performance è in rosso, -5,6%. Nel pomeriggio di giovedì ha tentato un rimbalzo, quando si è diffusa l'indiscrezione secondo cui l'OPEC+ potrebbe rinviare la decisione di aumentare la produzione e a valle del calo più pronunciato delle attese delle scorte statunitensi. (Websim)
L'oro nero ha aperto a 69,46, in aumento dello 0,30%, mentre il future sull'oro mostra un vantaggio similare dello 0,36% a 2.504,36. Senza grandi spunti rialzisti il petrolio, che naviga attorno ai livelli precedenti, in sintonia con il derivato sul metallo giallo, che mostra un progresso moderato. (LA STAMPA Finanza)
Nella seduta di giovedì 5 settembre il petrolio (E-Mini Crude Oil future) ha subito una brusca flessione ed è sotto fin sotto i 69 70 dollari. La struttura tecnica di breve termine rimane pertanto negativa e solo il forte ipervenduto registrato dagli oscillatori più reattivi può impedire un ulteriore cedimento. (Milano Finanza)
Prezzo del petrolio poco mosso questa mattina sui mercati delle materie prime: il Wti con consegna a ottobre è scambiato a 69,09 dollari al barile con una flessione dello 0,09% mentre il Brent con consegna a novembre passa di mano a 72,64 dollari al barile con un calo dello 0,07%. (Tiscali Notizie)
I membri dell'OPEC+ hanno alla fine deciso di ritardare di due mesi l'aumento della produzione di petrolio che era previsto per ottobre. Il mese prossimo sarebbe dovuto partire infatti il piano che dopo un incremento iniziale di 180.000 barili al giorno sarebbe dovuto arrivare a restituire gradualmente al mercato 2,2 milioni di barili al giorno nei mesi successivi. (LA STAMPA Finanza)