Addiopizzo si racconta attraverso una mostra

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Ponte sullo Stretto Messina

Vent'anni l'associazione tappezzò la città di adesivi All’alba del 29 giugno del 2004 la città di Palermo, per la prima volta, si risvegliava tappezzata da centinaia di adesivi listati a lutto con il messaggio: «Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità». Dall’estate del 2004 ad oggi, dagli adesivi all’impegno sul territorio di promozione del consumo critico antiracket, dall’assistenza alle vittime di estorsione alle riflessioni sul ruolo della politica e la qualità del consenso, dall’inclusione sociale alla rigenerazione urbana nel quartiere kalsa di Palermo, il cammino è stato a tratti prodigioso, faticoso, alle volte sconfortante, ma anche carico di soddisfazioni e risultati positivi. (Livesicilia.it)

Su altri media

«E mentre fantasticavamo piombò la domanda – ricorda Laura Nocilla – se poi ci vengono a chiedere il pizzo che facciamo?». «Vent’anni fa volevamo solo aprire un pub nel centro storico», sorride Raffaele Genova, che oggi fa il medico. (La Repubblica)

La risorsa sarà inizialmente inquadrata con contratto di tirocinio retribuito e verrà affiancata da un tutor. SETTORE: Contabilità e Finanza (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)

In occasione del ventesimo anniversario, gli attivisti di Addiopizzo hanno organizzato la mostra “Addiopizzo 20” presso lo spazio del No Mafia Memorial, in collaborazione con il Centro siciliano di documentazione “Giuseppe Impastato”. (Telesud)

I vent’anni di Addiopizzo e quegli adesivi anonimi su muri e pali, gli operai: «Ora pure noi denunciamo»

PALERMO – Vent’anni fa Palermo si svegliava con le strade tappezzate di adesivi. Mesi a chiedersi chi ci fosse dietro. Poi, cadde il mistero: erano gli attivisti del nascente comitato Addiopizzo. Due decenni dopo Vittorio Greco, che dello slogan fu l’ideatore, fa una riflessione sulla lotta a Cosa Nostra. (Livesicilia.it)

Palermo si è svegliata con dei nuovi adesivi di Addiopizzo. Proprio come vent’anni fa, quando nacque l’associazione antiracket. Questa volta gli attacchini dell’antimafia hanno percorso le strade del centro sistemando altri manifestini: “Quale economia in via Maqueda?”. (La Repubblica)

Quasi vent’anni dopo, per la prima volta due operai hanno testimoniato e si sono costituiti parte civile, assieme al titolare dell’impresa per la quale lavorano ancora adesso. Due operai, due muratori contro gli esattori del pizzo che erano andati a «trovarli» in cantiere. (Giornale di Sicilia)