Iran al bivio: “Pronti a rispondere”. Ma monta lo scontro tra falchi e colombe

Iran al bivio: “Pronti a rispondere”. Ma monta lo scontro tra falchi e colombe
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QUOTIDIANO NAZIONALE ESTERI

– L’Iran è un brutale regime dai piedi d’argilla pur se dalla retorica roboante. Buono solo nella repressione del crescente dissenso interno, ma dalle capacità militari ormai scarse. E così, dopo l’uccisione di Nasrallah la strada intrapresa degli ayatollah è oggi quella della condanna a parole. Truci, ma nulla più. “Tutti – ha minacciato ieri il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araqchi – dovrebbero essere consapevoli del fatto che la situazione è assolutamente esplosiva e che tutto è possibile, anche la guerra. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

La notizia riportata su altre testate

Tra i video dei festeggiamenti che girano sui social, questo è il più condiviso perché c’è tutto: la felicità per l’uccisione del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, le leggi della dittatura infrante, giovani donne e uomini contro il regime. (Corriere della Sera)

Manifestanti si riuniscono nelle citta' iraniane di Yasuj e Khorramabad dopo che gli Hezbollah libanesi, sostenuti dall'Iran, hanno confermato la morte del loro leader Hassan Nasrallah in un attacco aereo israeliano a Beirut il giorno precedente. (Tiscali Notizie)

I vertici iraniani stanno infatti valutando con cura le prossime mosse, desiderosi tra l'altro di non alienarsi con qualche passo azzardato le simpatie di un alleato come la Russia, che oggi ha condannato quello che ha definito «un altro assassinio politico commesso da Israele». (ilmessaggero.it)

Olivier Roy: «Iran, i pasdaran con le spalle al muro. Non sanno stare in prima linea»

BEIRUT — La Guida suprema dell’Iran, Ali Khamenei, aveva scommesso che la cintura di fuoco costruita intorno a Israele finanziando e armando alleati regionali, dal Libano allo Yemen, sarebbe stata per la Repubblica Islamica garanzia della sua sicurezza. (la Repubblica)

Circostanza che fa dire a osservatori come l’islamista Gilles Kepel che dev’esserci stata una complicità dei Servizi segreti iraniani nel raid di Israele per neutralizzare un alleato, Nasrallah, diventato scomodo. (ilmessaggero.it)

E Israele non ha alcuna ragione di fermarsi. «Nonostante i proclami l’Iran può fare ben poco. (Corriere della Sera)