“Gloria!”, l’invenzione del pop nel secondo film italiano in concorso a Berlino

Un esordio italiano in concorso al Festival di Berlino: si tratta di “Gloria!”, opera prima di Margherita Vicario, cantautrice e attrice che ha scelto di fare il grande passo posizionandosi anche dietro la macchina da presa. Secondo e ultimo film di casa nostra in lizza per l’Orso d’oro, dopo “Another End” di Piero Messina, “Gloria!” è ambientato in un collegio femminile nella Venezia d’inizio diciannovesimo secolo. (Il Sole 24 ORE)

Su altre testate

Min. di lettura (Gay.it)

È dedicato a tutte le compositrici nascoste nelle pagine della storia l’esordio nel lungometraggio di Margherita Vicario che è ambientato all’alba dell’Ottocento. Il suono delle parole. (Sentieri Selvaggi)

Nel cast, a sorpresa anche Veronica Lucchesi, voce della band La Rappresentante di Lista, ed Elio, leader del gruppo Elio e le storie tese. Presentata oggi, mercoledì 21 febbraio, alla Berlinale, la pellicola è il debutto alla regia di Margherita Vicario, eclettica e istrionica artista romana, già cantante, attrice e sceneggiatrice. (Tag24)

Prodotto dall’etichetta Campana della MR. FEW, l’album “Santacaterina” vuole essere un progetto all’interno del quale la chitarra battente viaggia tra la world music, il Barocco, la musica sperimentale elettroacustica e quella d’avanguardia. (Corriere di Lamezia)

È un film che invita a una profonda spiritualità (il cielo sul tempio), a una comunione con il mondo che ci circonda nonostante si sia prigionieri (immagino un viaggio) e a un’attenzione verso l’altro. (cinematografo.it)

Esordire alla regia ed essere in concorso alla Berlinale non è da tutti. Ma se c’è una qualità che non fa difetto a Margherita Vicario e al suo Gloria! è proprio l’ambizione. Attrice diplomata all’accademia e cantautrice, ha voluto fondere queste due anime dirigendo «un film musicale» capace di «dare voce al desiderio delle donne di essere ascoltate» e per farlo è tornata indietro nel tempo, all’inizio dell’Ottocento, quando le donne potevano studiare musica ma non eseguirla in pubblico. (Corriere della Sera)