Netanyahu minaccia: guerra “intensiva” se Hezbollah viola la tregua

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha minacciato una "guerra intensiva" in caso di violazione della tregua da parte di Hezbollah. Il cessate il fuoco tra Israele e il movimento sciita libanese è in vigore dalla mattinata di mercoledì 27 novembre, dopo due mesi di guerra. "Se necessario, ho dato istruzioni" all'esercito israeliano di condurre, "in caso di violazione del cessate il fuoco, una guerra intensiva", ha dichiarato Netanyahu, in un'intervista ai media israeliani. (Italia Oggi)

La notizia riportata su altri media

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha detto ai militari delle Idf di essere ''pronti a una guerra intensa'' in Libano nel caso in cui l'accordo di cessate il fuoco raggiunto con Hezbollah dovesse essere violato. (Adnkronos)

"E' essenziale che coloro che hanno firmato un impegno per un cessate il fuoco, lo rispettino pienamente": così il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres sulla tregua raggiunta in Libano tra Israele e Hezbollah (La Stampa)

Nota bene: abbiamo cambiato la serratura della porta». Riappropriatosi del s… (la Repubblica)

Libano, l'esercito accusa Israele: «Tregua violata più volte». Il Nyt: Hamas isolato pronto a cedere su accordo

Si cerca la tregua a Gaza e già vacilla quella in Libano, dopo il congelamento del conflitto con Hezbollah scattato all'alba di mercoledì. A 24 ore dallo stop alle armi, Israele ha denunciato la presenza di «forze sospette» in diverse zone del sud del Paese. (il Giornale)

Il gruppo armato sciita ha, inoltre, affermato che la tregua non modifica il suo impegno a proteggere il Libano e a contrastare eventuali violazioni israeliane. Hezbollah ha dichiarato di aver raggiunto una “vittoria” contro Israele, sottolineando che i suoi combattenti rimarranno pronti a rispondere a “qualsiasi aggressione o ambizione israeliana”. (Vatican News - Italiano)

Gli Stati Uniti hanno approvato una vendita di armi a Israele per 680 milioni di dollari. Migliaia di profughi stanno tornando nelle loro case bombardate. (ilmattino.it)