Caso Pelicot, contro la cultura dello stupro bisogna agire sugli stereotipi. E sui codici penali

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Il Fatto Quotidiano ESTERI

Il coraggio di Gisèle Pelicot di celebrare a porte aperte il processo che vede accusato l’ex marito Dominique, accusato di averla sedata e fatta violentare da oltre 50 uomini, ha avuto un’eco mediatica enorme in Francia e in tutto il mondo. A Parigi, Marsiglia, Bordeaux e Strasburgo e in tante altre città si sono svolte manifestazioni che hanno coinvolto migliaia di persone, che hanno voluto dare solidarietà a questa donna di 72 anni che, oltre ad aver denunciato il marito e gli altri stupratori, si è opposta a un processo a porte chiuse per far conoscere la sua storia, ma soprattutto per attirare l’attenzione dei media su quella che viene chiamata rape culture – “la cultura dello stupro” – e sulla mancanza di una legge organica sulla violenza contro le donne, in Francia e in quasi tutti gli Stati europei, che preveda che si configuri il reato di stupro quando c’è un rapporto sessuale senza consenso e che sottolinei che il silenzio o l’assenza di un “no” non equivalgono al consenso. (Il Fatto Quotidiano)

Ne parlano anche altri media

Gisèle Pelicot, la principale vittima al processo degli stupri in serie nel sud della Francia, ha attaccato oggi - nel corso del processo contro l'ex marito che l'avrebbe drogata, stuprata e fatta violentare da decine di uomini - chi ha avanzato il sospetto di un'eventuale complicità. (Fanpage.it)

La vicenda emerge dal processo in corso al tribunale di Avignone contro Dominique Pelicot e le decine di uomini accusati di aver abusato della donna che il marito aveva precedentemente drogato e stordito con farmaci. (Fanpage.it)

alla Corte: "Non avrei mai immaginato che lei non sapesse ma sono colpevole di stupro perché quando ho visto che era priva di sensi sarei dovuto andare via ma non ho detto nulla". L'ammissione di uno dei 50 uomini accusati dello stupro di Gisèle Pelicot in Francia. (Fanpage.it)

Il caso che sta scuotendo la Francia (leggi qui) tanto da provocare la reazione indignata degli stessi uomini, che stanno firmando una petizione contro la “dominazione maschile”, si arricchisce di nuove testimonianze dopo quella della vittima Gisèle Pelicot e del marito Dominique che per 10 anni l’ha drogata per farla stuprare da sconosciuti: 51 per l’esattezza. (Milleunadonna.it)

Alla sbarra Dominique Pelicot e altre 50 persone: l’uomo è accusato di aver drogato la moglie Gisèle e di averla “offerta” a decine di sconosciuti che per quasi vent’anni hanno abusato di lei. Un’avvocata impegnata in un doloroso processo per stupro ha il diritto di utilizzare i social network in modo “frivolo”? È quel che si chiede l’opinione pubblica francese, visibilmente scossa dalle performance su Tik tok e Instagram della penalista Nadia El Bouroumi, responsabile della difesa di Jean-Marc L. (Il Dubbio)

Il processo che è iniziato nelle scorse settimane ha sconvolto l’opinione pubblica francese, con la stessa Pelicot, oggi 72enne, che ha insistito perché le udienze si tenessero a porte aperte. A parlare è Gisèle Pelicot, la donna che ha denunciato di essere stata drogata dal marito e fatta violentare da decine di sconosciuti per dieci lunghi anni. (Open)