M.O, Unifil: rafforzare mandato? Basterebbe implementare risoluzione

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"Non c'è bisogno di avere più truppe, ci sono oltre 10mila uomini e il numero del contingente è adeguato. Ciò che manca è la volontà di prendere passi decisivi e coraggiosi per riuscire a implementare la risoluzione già in vigore. E questo significa meno violazione dello spazio aereo, un aumento delle forze armati libanesi e ciò significa sostenerle sia a livello finanziario che di training. Il tutto per una maggiore stabilità del sud del paese". (Tiscali Notizie)

La notizia riportata su altri media

Asserragliati nei bunker. Ma “restando in posizione”. Dopo la drammatica escalation in Libano, con l’incursione dell’esercito israeliano in territorio libanese, le forze di peacekeeping delle Nazioni Unite in Libano (Unifil) hanno fatto sapere di essere “rimasti in posizione al confine”. (Avvenire)

Così il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, uscendo dalla audizione in Parlamento con il collega della Difesa Guido Crosetto sull'escalation in Medio Oriente. (Today.it)

Libano, la missione Unifil resta. Meloni: “L’Italia fa la sua parte” Il ministro della difesa Guido Crosetto sta seguendo personalmente l’evoluzione della situazione in Libano, dove sono dislocati i militari italiani della missione delle Nazioni unite Unifil ribadendo che “Unifil non è l’obiettivo diretto degli attacchi. (TV2000)

IL VIDEO. Tajani: importante mantenere un canale di dialogo con l'Iran

Dopo l'escalation del conflitto in Medio Oriente, si teme per la sicurezza dei connazionali in Libano e dei militari italiani impegnati nella missione Unifil. (Fanpage.it)

“È una missione Onu, non è una decisione unilaterale”. Lo ha detto Guido Crosetto, ministro della difesa, ai cronisti sul contingente italiano della missione Unifil in Libano, in uscita dalla riunione congiunta delle commissioni esteri e difesa, dove è stato fatto il punto sugli ultimi avvenimenti in corso in Medio Oriente. (LAPRESSE)

"Abbiamo ribadito con grande forza e unità l'invito a tutti gli attori coinvolti a esercitare moderazione e ad impegnarsi in un percorso negoziale. È indispensabile lavorare con tutti i canali di comunicazione a nostra disposizione, compresi quelli con l'Iran e i paesi arabi moderati". (il Dolomiti)