Strage dei soccorritori, Israele non nega più

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il manifesto ESTERI

L’esercito israeliano ha ammesso di aver aperto il fuoco contro la squadra inviata per soccorrere i feriti di Tal al-Sultan, a Rafah. Lo ha fatto nel suo stile, con una dichiarazione gelida, notificando l’errore senza mostrare alcuna ombra di rimorso. E incolpando dell’accaduto Hamas, anche se si trattava di ambulanze e di camion dei vigili del fuoco. Anche se all’interno c’erano 15 membri della Mezzaluna rossa palestinese (Prcs) e della protezione civile (il manifesto)

La notizia riportata su altre testate

Il secondo membro di MSF in due settimane. Hussam è il secondo membro di MSF ucciso a Gaza in sole due settimane e l’undicesimo dall’inizio del conflitto. (la Repubblica)

L’organizzazione per i diritti umani ha ribadito la richiesta dell’ingresso immediato di osservatori indipendenti nella Striscia di Gaza occupata. (Amnesty International Italia)

Nell’attacco sono morti in 15 tra paramedici, soccorritori e personale Onu. L’esercito israeliano ha ucciso e sepolto in una fossa comune almeno 15 operatori sanitari che operavano nella Striscia di Gaza. (LifeGate)

A tutti gli altri, purtroppo, non rimane che vivere nel limbo delle illusioni e dei dati certi, anzi certissimi, inculcati a forza dal lavaggio costante e quotidiano che viene effettuato, come un moto perpetuo inarrestabile, a tutte le ore di tutti i giorni. (Nicolaporro.it)

C’erano le ambulanze, c’erano le divise, c’erano i guanti. Tutto era lì, riconoscibile. Perfino le luci di emergenza hanno continuato a lampeggiare, come un ultimo segnale, come un disperato codice Morse che raccontava l’orrore: qui sotto ci sono soccorritori uccisi. (Left - Un pensiero nuovo a sinistra)

Le 15 vittime sono state uccise il 23 marzo, mentre accorrevano in soccorso ad alcuni colleghi i cui mezzi erano stati colpiti dall'esercito israeliano (Open)