Il concerto di Ghali a Milano è stato la celebrazione di una storia senza precedenti
Articolo Precedente
Articolo Successivo
«Il fatto di crescere e avere una figura di seconda generazione che fa quello che ha fatto lui mi ha dato la speranza di dire “okay, allora anche io posso farlo”. È come quando sei piccolo e, essendo straniero, ascolti la musica e non c’è nessuno che ti assomiglia. Quando arriva quella persona che ha delle origini così simili alle tue finalmente puoi rivederti in qualcosa». Vedendo Ghali ieri sera sul palco dell’Unipol Forum di Milano per il primo concerto di tre, è impossibile non pensare alle parole che Astro, suo “discepolo” artistico, aveva speso per lui durante la nostra intervista. (Billboard Italia)
Ne parlano anche altri media
«Non sono stato invitato forse perché parlo di Palestina che non è proprio una guerra ma un genocidio»: così Ghali, appena prima di salire sul palco del Forum di Assago per aprire il suo tour, ha commentato la suaassenza al concerto per la Pace che si è tenuto il 23 ottobre scorso sempre all'Unipol Forum. (Corriere della Sera)
Succede una seconda volta e per me è una conferma e l'inizio di "Il Forum per me ha un grande significato, fin da quando ero bambino, già quando l'ho fatto la scorsa volta ero incredulo, non mi sarei mai immaginato di fare un forum. (Io Donna)
Voce, impegno sociale e una presenza scenica notevole. All'Unipol Forum di Milano, due date subito sold out, (Secolo d'Italia)
Prima di salire sul palco del Forum di Assago per il suo concerto, il cantante ha parlato della sua assenza al concerto Per la Pace che si è tenuto lo scorso 23 ottobre: “Forse non mi hanno voluto perché non parlo di guerra in Palestina, ma di genocidio”, ma il suo management spiega il malinteso. (Fanpage.it)
". Lo afferma ad Affaritaliani.it il vice-segretario della Lega Andrea Crippa, commentando le dichiarazioni pro-immigrati del rapper milanese di Baggio Ghali."L'immigrazione - aggiunge- è una cosa seria. (Tiscali Notizie)
Il rapper scalda il Forum di Assago anche riproponendo le sue battaglie: a Gaza «un genocidio, non una guerra». E Andrea Crippa attacca a testa bassa (Open)