Parigi, Roma, Bruxelles: come può finire la partita di Meloni sulle nomine

Ansa La partita sulle nomine Ue resta in stallo ed è verosimile che lo rimarrà per almeno una settimana, quella che conduce al secondo turno delle elezioni francesi per l’Assemblea nazionale. Un voto dagli esiti ancora incerti, ma in ogni caso destinato a impattare sugli equilibri europei e in particolare sulla strategia italiana per i vertici dell’Unione. In gioco c’è il prestigio di Giorgia Meloni a Bruxelles e la sua credibilità elettorale in patria, dove è intenzionata a far vedere che il peso di Roma nel continente è ormai determinante, specie dopo i deludenti risultati ottenuti alle Europee dai colleghi Emmanuel Macron e Olaf Scholz (Avvenire)

Ne parlano anche altri media

È stata, questa, la settimana in cui un po’ di nodi sono venuti al pettine. Quello, dopo le nomine europee, del governo guidato da Giorgia Meloni e quello di Forza Italia, dopo l’intervista di Marina Berlusconi. (L'HuffPost)

Fra gli Qualche ora dopo l’esclusione dell’Italia dal vertice sui top job europei – un problema «di metodo e di merito» per Giorgia Meloni – ecco giungermi un messaggio sullo smartphone: «Una forzatura insensata... (Secolo d'Italia)

È bella la sensazione, per quanto illusoria, di ringiovanire con la cronaca, specialmente quella politica, che è alquanto accidentata. (Il Dubbio)

La strategia di Giorgia

Il disappunto per le decisioni prese sul pacchetto dei top job era già visibile sul volto della Presidente del Consiglio prima del suo intervento in Parlamento. PUBBLICITÀ (Euronews Italiano)

L’ambiguità rischiosa di Meloni in Europa: un po’ con il Palazzo, un po’ con le destre Giovanni Orsina (La Stampa)

Entrarci non è per lei tigna personale, ma nazionale. Ed evitiamo per una volta di ridere del folklore di certi obblighi: il diametro minimo delle zucchine, la rivoluzione dei tappi di plastica da tenere incollati alle bottigliette. (il Giornale)