Una piazza per l'Europa: il 15 marzo Roma si tinge di blu, l'adesione di Cgil-Cisl-Uil alla manifestazione nazionale lanciata da Michele Serra

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Il Diario del Lavoro INTERNO

“Una piazza per l’Europa”: è questo il titolo dell’appello lanciato da Michele Serra sulle pagine di Repubblica per una grande mobilitazione nazionale “con zero bandiere di partito, solo bandiere europee. Qualcosa che dica, con la sintesi a volte implacabile degli slogan: “qui o si fa l’Europa o si muore””. L’urgenza di unirsi a prescindere dal colore e dalla ideologie per salvarsi una deriva globale che ci proietta verso un futuro sempre più incerto e che dopo il tragico spettacolo dello Studio Ovale si colora di tinte ancora più fosche. (Il Diario del Lavoro)

Ne parlano anche altre fonti

Sulla base di un appello lanciato dal giornalista Michele Serra dalle pagine de La Repubblica, il partito europeista della guerra intende scendere in piazza il prossimo 15 marzo, con le bandiere blu dell’Unione Europea ma senza le bandiere arcobaleno della pace. (Contropiano)

"Non è necessario essere raffinati politologi per capire che la situazione è molto complicata. Da una parte c'è Putin e dall'altra c'è Trump ed è un pò la metafora del vaso di coccio tra i vasi di ferro. (La Stampa)

"Perché siamo convinti che sia indispensabile e utile ribadire oggi più che mai il sostegno all'Ucraina, il valore dell'Europa e la difesa della libertà" così Danco Singer e Rosangela Bonsignorio, ideatori e direttori del Festival del Comunicazione di Camogli, spiegano a la Repubblica la loro partecipazione alla manifestazione "Uniti per l'Europa" che si terrà a Roma il 15 marzo in piazza del Popolo alle 15. (LevanteNews.it)

Ci siamo sempre battuti per l’Europa. Ma l’Europa che oggi si vuole portare in piazza non è più quell’Europa. (PRESSENZA – International News Agency)

I cinquanta minuti di grottesco show andato in onda nello Studio Ovale, attraversando l'oceano Atlantico, rischiano di trasformarsi da tragedia in farsa. (il Giornale)

Ci disorienta l’inversione di rotta negli Stati Uniti. Siamo passati da un velleitario e sempre più pericoloso tentativo neocon di puntellare, attraverso la guerra, l’insostenibile ordine unipolare e neo-liberista post ‘89-‘91, all’interpretazione del ritorno della Storia come brutale politica di potenza tra i grandi del XXI secolo. (L'HuffPost)