Messina Denaro, il pizzino alla sorella: “Ti devi incontrare col Parmigiano, ti deve dare 40mila euro”. Il gip: “È un grosso imprenditore”

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Il Fatto Quotidiano INTERNO

Tra i tanti nomi in codice ce n'è uno che indica un personaggio, non identificato, che all'apparenza ha una grande disponibilità di denaro, tanto che il capomafia lo ha usato come "bancomat" durante la latitanza. "Digli che stia tranquillo che nessuno lo vuole impaccare e che avrà restituito il tutto. Digli che non può dire di no perché c'è una situazione di bisogno", spiega alla sorella Rosalia. E la avverte: "Ti ci devi incontrare soltanto una volta o sarete intercettati" (Il Fatto Quotidiano)

Se ne è parlato anche su altre testate

PALERMO – Ora è caccia alle talpe e ai complici. Nella gamba della sedia a casa di Rosalia Messina Denaro non c’era solo il diario clinico di Matteo Messina Denaro. “L’esito delle perquisizioni forniva anche l’inquietante notizia delle informazioni dettagliate di cui Rosalia – scrivono i magistrati – era venuta in possesso sul funzionamento delle telecamere installate dalla polizia giudiziaria per finalità investigative”. (Livesicilia.it)

Finisce in manette anche la sorella dell’ultima primula rossa della mafia siciliana. Si tratta dell’avvocato trapanese Daniele Bernardone. La sorella del boss, dopo l’arresto, è stata trasferita nel carcere Pagliarelli. (BlogSicilia.it)

Avrebbe gestito anche la “cassa” e la rete dei pizzini, consentendo quindi all’ex primula di comunicare con i suoi uomini nel corso della sua lunga latitanza: “Avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettazione ed omertà che ne deriva – si legge nell’ordinanza – e per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o, comunque, il controllo di attività economiche”. (BlogSicilia.it)

Tra i fiancheggiatori di Matteo Messine Denaro ci sarebbe anche una talpa tra le forze dell’ordine. È la convinzione che mette nero su bianco il gip di Palermo, Alfredo Montaldo, nell’ordinanza di arresto della sorella del boss, Rosalia, alla luce dei diversi pizzini trovati nella casa di Castelvetrano della donna. (RagusaNews)

Matteo Messina Denaro si sentiva perseguitato dalla Stato. Lo scrive in uno dei pizzini ritrovata a casa della sorella Rosalia, arrestata per associazione mafiosa e per aver favorito la sua latitanza. “siamo stati perseguitatati – scrive come se fossimo canaglie. (Sky Tg24 )

Sono circa un migliaio i pizzini, riconducibili al boss Matteo Messina Denaro, quindi da lui scritti o a lui rivolti, scoperti dai carabinieri del Ros nel covo del boss a Campobello di Mazara e nelle due case (quella di campagna di Campobello e quella di Castelvetrano) della sorella Rosalia, arrestata ieri per mafia. (Grandangolo Agrigento)