La crescita si è già fermata: doppia doccia gelata anche per il 2025
Possiamo definirla, con una metafora calcistica, una doppietta. Ma nella propria porta, se ragioniamo dal lato del governo. Per l’esecutivo arriva un’altra doccia gelata sulle previsioni di crescita per il 2024 e il 2025. Da una parte il Fondo monetario internazionale e dall’altra Confindustria portano cattive notizie per il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti: gli obiettivi di crescita fissati dal governo sono sempre più lontani. (LA NOTIZIA)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Dalla volatilità dei mercati ai fronti di guerra aperti, dalla guerra in Medio Oriente all’influenza delle elezioni sulle politiche commerciali degli Stati: «Il livello di incertezza che circonda le prospettive è elevato», è il monito che arriva dal “World Economic Outlook” diffuso a Washington dal Fondo monetario internazionale (Avvenire)
Nel suo aggiornamento delle stime, l’istituzione di Washington si aspetta che l’economia italiana crescerà quest’anno dello 0,7%, in linea con le stime precedenti, in lieve aumento l’anno prossimo quando raggiungerà lo 0,8% (dato rivisto al ribasso dello 0,1%). (Wall Street Italia)
Secondo le nuove stime dell'Ufficio parlamentare di bilancio, nel 2024 il Pil aumenterebbe dello 0,8%, due decimi di punto meno di quanto previsto dallo stesso Upb nel validare le stime del Piano Strutturale di Bilancio (Psb). (Tuttosport)
L’Ufficio parlamentare di bilancio (UPB) pubblica la Nota congiunturale di ottobre che analizza, sulla base dei più recenti indicatori disponibili e delle tendenze di breve termine, il quadro del ciclo economico internazionale e nazionale, con specifiche previsioni per il Paese. (Italia Oggi)
Il Fondo monetario internazionale conferma la previsione di crescita dello 0,7% su quest'anno per l'Italia, mentre rivede al ribasso la stima sull'espansione del Pil del prossimo anno, ora allo 0,8%. (Fanpage.it)
E per quanto rallenti di pochi decimi (allo 0,8% per il 2024 e allo 0,9%) siamo comunque di fronte a segnali che indicano una frenata del Pil, come emerge, del resto, anche dalle previsioni del Fondo monetario internazionale, che stima percentuali più basse, a quota 0,7% e 0,8%. (QUOTIDIANO NAZIONALE)