Mancini: “La mancata qualificazione al Mondiale una ferita che brucia ancora”

Roberto Mancini, ex ct dell’Italia, ha parlato a Il Giornale ripercorrendo i momenti della chiamata azzurra: “Ricordo perfettamente quel momento, stentavo a crederci. Per un tecnico diventare ct dell’Italia è il sogno più grande. Si stava realizzando. Non nego che nonostante avessi alle spalle parecchie esperienze su panchine importanti, pensare di tornare ad indossare quella maglia azzurra non da giocatore ma da ct, un po’ mi ha fatto tremare le gambe”. (SportItalia.it)

Se ne è parlato anche su altre testate

"Il regalo che vorrei farmi è alzare la Coppa del Mondo. Ho ancora un conto in sospeso. Appena diventai ct della Nazionale dichiarai i miei due obiettivi: vincere un Europeo e un Mondiale. Le capita mai di pentirsi di una scelta sbagliata? Ecco, lasciare la Nazionale è stata una scelta sbagliata che non rifarei". (TUTTO mercato WEB)

Dotatissimo ma controverso, quasi estremo, è uno dei pochi campioni specie nel calcio — che possono vantare di aver vinto molto sia in campo, da giocatori, sia in panchina, da allenatori. Una carriera da enfant prodige in campo — a Bologna a 17 anni — e proseguita vincendo quasi ovunque. (Corriere della Sera)

Roberto Mancini compie oggi 60 anni e, nella sua intervista rilasciata a Il Giornale, esprime un desiderio particolare per il suo compleanno: "Il regalo che vorrei farmi è alzare la Coppa del Mondo. Ho ancora un conto in sospeso. (Tutto Napoli)

L'età di Mancini

"Lasciare la Nazionale italiana è stata una scelta sbagliata, che non rifarei". Un'ora di intervista dopo tanti mesi di riservatezza e silenzio. (Tiscali)

Dotatissimo ma controverso, quasi estremo, è uno dei pochi campioni specie nel calcio — che possono vantare di aver vinto molto sia in campo, da giocatori, sia in panchina, da allenatori. Ma agli inizi, fantasista, si presenta con 9 gol in 30 partite alla prima stagione da professionista. (Corriere della Sera)

Roberto Mancini compie sessant’anni ma è ben lontano dalla pensione, anche se l’essere considerato dagli addetti ai lavori e forse anche da sé stesso uno ‘da nazionali’ non è esattamente un complimento. (Guerin Sportivo)