Scontro aperto sui migranti in Albania, Meloni contro i giudici:"Non ci fermeremo"

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Fanpage.it INTERNO

La decisione della Corte d’Appello di Roma sui richiedenti asilo trasferiti nei Cpr albanesi, oggi in viaggio per l'Italia, scatena la reazione furiosa di Giorgia Meloni, che promette battaglia. L’opposizione denuncia una “deportazione finanziata con soldi pubblici”. (Fanpage.it)

Ne parlano anche altri giornali

– La nave De Grazia della Guardia Costiera è partita alle 12.35 da Shengjin in Albania con a bordo i 43 migranti, per i quali la Corte d'Appello di Roma ha sospeso il giudizio di convalida dei trattenimenti rimettendo gli atti alla Corte di Giustizia dell'Unione Europa. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Dopo lo sbarco, i migranti sono stati trasferiti al Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo (Cara) di Bari Palese. Il loro rientro è stato disposto dalla Corte d’Appello di Roma, che ha negato la convalida dei trattenimenti nel centro di Gjader. (Corriere TV)

I migranti, tutti uomini adulti di nazionalità bengalese ed egiziana, saranno trasferiti nel Cara di Bari Palese. E' arrivata nel porto di Bari la motovedetta della guardia costiera con a bordo i 43 migranti richiedenti asilo per i quali non è stato convalidato il trattenimento nel centro di Gjader in Albania. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

“Una chiara presa in giro del Parlamento": così i capigruppo di Fratelli d’Italia alla Camera e al Senato, Galeazzo Bignami e Lucio Malan, lo hanno detto a proposito della decisione dei giudici italiani di non convalidare, per l'ennesima volta, il trattenimento dei migranti nei centri in Albania. (Liberoquotidiano.it)

"Il Protocollo Italia Albania è il modello da cui partire". Il #governo nonostante la posizione dei giudici tira dritto e rivela un retroscena su quanto accaduto in Consiglio #Ue (Liberoquotidiano.it)

Torneranno dunque tutti in Italia, già questa mattina, i 43 bengalesi ed egiziani trattenuti nel centro di permanenza di Shengjin, in Albania, che avevano fatto domanda di «protezione internazionale». Senza fare grande fatica, è stato sufficiente per loro dichiarare, durante l’udienza ieri mattina in videoconferenza, di essere stati vittime di aggressione per il proprio orientamento sessuale o di non meglio precisate minacce, entrambi impossibili ovviamente da verificare, per ottenere lo stop immediato al provvedimento di espulsione. (Liberoquotidiano.it)