Siria, tutti contro tutti: Putin chiama Erdogan, l’Iran allerta le truppe

La situazione sul campo continua a peggiorare per il regime siriano e i suoi protettori alzano il livello della minaccia. Mosca e Teheran hanno mandato a Damasco i due generali più feroci, che negli scorsi anni sono riusciti a sconfiggere i ribelli sunniti facendo strage della popolazione: l’iraniano Seyyed Javad Ghafari viene chiamato “il Macellaio di Aleppo”, invece il russo Alexander Chayko ha… (la Repubblica)

Se ne è parlato anche su altri giornali

In Siria si sta consumando un nuovo conflitto, più silenzioso rispetto a quello del vicino Libano, e con numerosi attori coinvolti, dai curdi alla Turchia, dalla Russia all'Iran. Uno scontro che ha radici nella guerra civile iniziata oltre un decennio fa e che mostra caratteristiche simili alla stessa. (La Stampa)

Il manifesto del 4 dicembre 2024 (il manifesto)

Matteo Colombo , i ribelli sono arrivati a Hama. – Un’avanzata che ha perso il suo ‘effetto sorpresa’ e sta rallentando. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Siria, l'arcivescovo di Homs: «Situazione tragica per i profughi che arrivano da Aleppo stremati»

Dopo aver conquistato Aleppo, il suo aeroporto e decine di cittadine vicine, i combattenti guidati dal gruppo Hayat Tahrir al-Sham (Hts) sono entrati ad Hama. Qui le truppe siriane hanno rivendicato qualche successo: "Le unita' delle nostre forze armate hanno rafforzato le linee difensive con ogni tipo di materiale e personale militare durante la notte, hanno affrontato le organizzazioni armate e hanno impedito qualsiasi avanzata". (Sky Tg24 )

Il 27 novembre è stato un brutto risveglio per chi, erroneamente, considerava il conflitto in Siria un capitolo chiuso della storia mediorientale. L’offensiva lanciata dai ribelli antigovernativi e da un cartello di milizie jihadiste guidato da Hay’at Tahrir As-Sham (HTS) ha portato nel giro di poche ore alla caduta di Aleppo, seconda città della Siria, che il governo di Bashar Al-Assad aveva impiegato diversi anni a strappare ai ribelli nel 2016, dopo averne perso solo una metà. (ISPI)

Tanti profughi di Aleppo, anche cristiani, sono arrivati da noi nei primi giorni dopo l’assalto dei gruppi armati, passando per la strada vecchia. Per aiutare i profughi serve cibo, materassi, coperte e diesel». (ilmessaggero.it)