L’ombra della criminalità organizzata: "Oltre 500 imprese a rischio, denunce per estorsione in crescita"
Sono 511 le imprese presenti in provincia di Macerata potenzialmente contigue o comunque "permeabili" a contesti di criminalità organizzata. Questo il numero che emerge da un’indagine condotta dall’Ufficio studi della Cgia sulla base dei dati in possesso dell’Unità di informazione finanziaria (Uif) della Banca d’Italia che, per legge, riceve ogni anno dagli intermediari finanziari centinaia di migliaia di segnalazioni di operazioni sospette. (il Resto del Carlino)
Ne parlano anche altri media
Oltre 13 mila attività, con picchi nelle città metropolitane di Palermo e Catania e un’incidenza che sfiora il 9% sul totale nazionale: sono le imprese siciliane in odor di mafia, o comunque a forte rischio infiltrazione da parte della criminalità organizzata, secondo i dati pubblicati dalla Cgia di Mestre, l’associazione degli artigiani. (Gazzetta del Sud)
Si calcola infatti che in Polesine ben 370 imprese siano a rischio di finire, o ci sono già finite, in contesti di contiguità con la criminalità organizzata. In Veneto le aziende a rischio mafia sono 8.535 (circa 150mila in Italia), le denunce per estorsioni sono passate da 317 a 685. (La Voce di Rovigo)
Questi i numeri, allarmanti, diffusi da un recente studio della Cgia di Mestre, dati che vanno letti anche nel contesto delle ultime notizie riguardanti la criminalità in Trentino: da una parte la maxi inchiesta della procura di Trento sul sistema Benko, Hager e Signoretti, a cui la magistratura contesta l’associazione a delinquere e il metodo mafioso, e dall’altra l’indagine della procura di Catanzaro sulla ‘ndrangheta che ha portato alla chiusura di 3 hotel al Passo del Tonale. (Il T Quotidiano)
L'analisi della diffusione territoriale delle aziende in 'odor di mafia' del Veneto mostra che il territorio che ne conta di più è la provincia di Padova, con 2.355 unità. Seguono... (Virgilio)
Sono più di 8.500 le imprese venete che potrebbero essere potenzialmente controllate o collegate a vario titolo alle organizzazioni criminali di stampo mafioso: lo sostiene un'analisi dell’Ufficio studi della Cgia dopo aver preso in esame i dati in possesso dell’Unità di Informazione Finanziaria (UIF) della Banca d’Italia, struttura che, per legge, riceve ogni anno dagli intermediari finanziari di tutto il Paese centinaia di migliaia di segnalazioni di operazioni finanziarie sospette. (ilgazzettino.it)
Quaranta miliardi di euro. Sarebbe questo il giro d’affari delle mafie in Italia. Un numero «spaventoso», ma sicuramente sottostimato, che vale però due punti del prodotto interno lordo su base annua. Il business criminale si collocherebbe, in una classifica ipotetica, soltanto dietro a colossi come Eni – 93,7 miliardi euro l’anno di fatturato -, Enel – 92,2 miliardi di euro -, e il Gestore dei servizi energetici che ogni anno fattura 55,1 miliardi di euro. (MeridioNews - Edizione Sicilia)