Meloni sola in aula, poi arriva Giorgetti: la Lega brilla per assenza

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INTERNO

La seduta alla Camera è appena iniziata, ma l’atmosfera è già carica di tensione. Si discute delle comunicazioni rese ieri dalla premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo, un appuntamento cruciale per l’Italia, che dovrà affrontare temi delicati come il piano di riarmo europeo. Eppure, accanto alla presidente del Consiglio, i banchi del governo appaiono semivuoti. A far notare la situazione, con una punta di malizia, è Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva, che non perde l’occasione per sottolineare l’assenza dei ministri leghisti. “Si guardi intorno, chieda ai ministri leghisti al suo fianco”, dice rivolto a Meloni, mentre l’aula, ancora non al completo, inizia a scaldarsi.

Accanto alla premier siedono i ministri di Fratelli d’Italia, come Guido Crosetto (Difesa) e Carlo Nordio (Giustizia), insieme ai rappresentanti di Forza Italia, Antonio Tajani (Esteri) e Gilberto Pichetto Fratin (Ambiente). Ma i colleghi della Lega, almeno nelle prime fasi della discussione, sembrano essersi dileguati. Un’assenza che non passa inosservata, soprattutto dopo le frizioni emerse nei giorni scorsi tra Meloni e il partito di Matteo Salvini, in particolare sul tema del riarmo europeo.

Nonostante il compromesso raggiunto in Senato sulla risoluzione di maggioranza, i segnali di freddezza da parte dei senatori leghisti, da Claudio Borghi a Gian Marco Centinaio, non sono mancati. E oggi, alla Camera, la situazione sembra ripetersi. Faraone, con tono provocatorio, aggiunge: “Li chiami, non ce n’è uno”, riferendosi ai ministri assenti. Una battuta che mette in luce le crepe nella coalizione di governo, già messa alla prova dalle divergenze su temi cruciali come la politica europea.

Poco dopo, però, arriva in aula Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia e figura di spicco della Lega. La sua presenza sembra stemperare, almeno in parte, la tensione. Ma il messaggio è ormai chiaro: l’unità di governo, almeno in questa fase, appare più fragile che mai.

La giornata si è aperta con un’aula meno affollata rispetto alla seduta di ieri in Senato, dove Meloni aveva presentato le sue comunicazioni. Oggi, accanto alla premier, oltre a Crosetto, siedono anche Orazio Schillaci (Salute) e Luca Ciriani (Rapporti con il Parlamento). Ma la sedia alla sua sinistra resta vuota, un’immagine che non sfugge ai presenti.

Il tema del riarmo europeo, al centro del dibattito, è uno dei nodi più spinosi per la maggioranza. Mentre Meloni cerca di mantenere una linea unitaria, le assenze e le divergenze interne rischiano di indebolire la posizione italiana in vista del Consiglio europeo. E se da un lato la premier dimostra di voler tenere le redini del governo, dall’altro le crepe nella coalizione diventano sempre più evidenti.