Bolivia, oltre 200 soldati presi in ostaggio dai sostenitori di Morales
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L'ex presidente, accusato per una relazione con una 15enne, ha annunciato lo sciopero della fame Il ministero degli Esteri della Bolivia ha denunciato che “gruppi irregolari nella zona del Chapare, nel dipartimento di Cochabamba, hanno preso in ostaggio più di duecento militari e si sono appropriati di armi da guerra e munizioni che si trovavano all’interno dei locali militari”. Secondo La Nacion si tratta di sostenitori dell’ex presidente Evo Morales in protesta da 20 giorni. (LAPRESSE)
La notizia riportata su altri media
Le tensioni sono esplose quasi 3 settimane dopo che i seguaci di Morales hanno iniziato a protestare per impedirne l'arresto per quelle che lui definisce accuse di stupro inventate (Corriere del Ticino)
Dopo l’attentato nei confronti dell’ex presidente, Evo Morales, uscito illeso dopo che sono stati sparati 14 colpi d’arma da fuoco contro la sua auto, sabato un gruppo di suoi sostenitori, che si oppongono al potere del presidente in carica Luis Arce, sempre membro del Mas, hanno preso in ostaggio almeno 200 soldati dell’esercito regolare, come comunicato dal ministero degli Esteri. (Il Fatto Quotidiano)
LA PAZ – Almeno 200 soldati boliviani sono tenuti in ostaggio da sostenitori dell'ex presidente Evo Morales che hanno assaltato tre caserme durante manifestazioni contro il governo. Una nota del Ministero degli Esteri spiega che "tre unità militari sono state attaccate da gruppi irregolari nella zona del Chapare, nel dipartimento di Cochabamba”. (la Repubblica)
In Bolivia, sostenitori di Morales occupano una base militare per opporsi al governo Arce, aggravando la crisi politica e istituzionale. Le richieste dei manifestanti chiedono le dimissioni dell’attuale presidente. (Ultima Voce)
Ieri, tre unità militari sono state attaccate da gruppi irregolari nella zona del Chapare, nel dipartimento di Cochabamba, prendendo in ostaggio più di duecento soldati da tre caserme, secondo quanto riferisce il Ministero degli Esteri. (il Giornale)
Alla protesta si sono uniti i sindaci di Entre Ríos, Elmer Rojas Mercado e Shinahota, Luis Arce Clemente, insieme al senatore Leonardo Loza. (Il Messaggero Veneto)