Pensioni, quanto costano al Paese le uscite anticipate e l'età media a 64 anni (contro i 67)? Decisamente troppo

Nel 2021, l'ultimo anno in cui sono disponibili dati confrontabili, la spesa previdenziale italiana si è attestata al 16,3% del PIL, un livello inferiore solo a quello della Grecia, a fronte di una media europea del 12,9% In Italia nonostante l’età per l’accesso alla pensione di vecchiaia sia a 67 anni – il livello più alto nell’Unione europea – l’età effettiva di pensionamento è ancora relativamente bassa (64,2), a causa dell’esistenza di numerosi canali di uscita anticipata dal mercato del lavoro. (StartupItalia)

Ne parlano anche altri media

La scuola internazionale di alta formazione e business school IPE interviene in merito alla notizia della crisi Inps dovuta ai prepensionamenti e ai bassi salari dei giovani. Emerge un evidente dato... (Virgilio)

Nonostante ciò, l’aumento degli assicurati, che ha raggiunto 26,6 milioni nel 2023, rappresenta un segnale incoraggiante per la sostenibilità del nostro sistema". "Il Rapporto Annuale dell’Inps fornisce un quadro preciso delle sfide che il nostro sistema previdenziale deve affrontare, tra cui l’invecchiamento della popolazione e il fenomeno dell’inverno demografico. (Adnkronos)

A un anno dal titolo, la retribuzione mensile netta è, in media, pari a 1.384 euro per i laureati di primo livello e a 1.432 euro per i laureati di secondo livello, in calo, in termini reali, dell’1,4% per i laureati di primo livello e dello 0,5% per quelli di secondo livello rispetto al 2022. (ilmattino.it)

Sono fondamentali le politiche di sostegno del lavoro femminile, l’educazione previdenziale dei giovani e il contrasto al lavoro nero”. “È l’occasione per fare i conti con le grandi sfide sistemiche”. (L'Opinione delle Libertà)

Diminuisce il potere d’acquisto dei lavoratori italiani e aumenta la disparità del trattamento pensionistico e salariale tra uomini e donne. La pensione media degli uomini è superiore del 35% rispetto a quella donne che risultano penalizzate anche in caso di maternità: nei due anni successivi alla nascita del figlio gli stipendi delle lavoratrici registrano un calo annuo di circa il 76%. (lentepubblica.it)

In un contesto segnato da sfide significative, quali invecchiamento della popolazione , calo demografico e transizioni ecologica e digitale, il Rapporto offre un istantanea del mercato del lavoro e del sistema previdenziale a partire dalle banche dati INPS. Anche nel 2024, il XXIII° Rapporto annuale dell’ Istituto Nazionale di Previdenza Sociale si configura come un documento di riferimento fondamentale per l’analisi delle dinamiche previdenziali; sociali ed economiche che di anno in anno caratterizzano l’ Italia (LavoroSi)