Il dilemma europeo: la linea dura conviene o no?

Non era mai successo in 67 anni che l’Italia non votasse un presidente della Commissione di Bruxelles, come ha fatto l’altra sera su Ursula von der Leyen. Né era successo che votasse contro un presidente del Consiglio europeo, che poi però viene eletto. E non si era mai vista neanche l’Italia pronunciarsi contro la nomina di un Alto rappresentante della politica estera europea, in questo caso l’estone Kaja Kallas, la quale comunque non ha avuto problemi a farsi confermare. (Corriere della Sera)

La notizia riportata su altri media

In questo contesto l'Italia gioca una delicata partita a scacchi con l'obiettivo di Giorgia Meloni di ottenere posizioni in grado di valorizzare il ruolo di paese fondatore e terza economia dell'eurozona. (il Giornale)

Bruxelles – Il primo ostacolo è superato, ora all’orizzonte ce n’è un altro da non sottovalutare per Ursula von der Leyen, se vuole puntare ad altri cinque anni al Berlaymont. (EuNews)

Quando Giorgia Meloni si arrabbia perché ritiene le sia stato fatto un torto – come nel caso delle nomine europee per i cosiddetti top jobs, dove si è stretto un accordo in sua contumacia, nonostante sia la leader uscita meglio dal voto per il Parlamento di Strasburgo – lo dice chiaramente e, in tal modo, rivolge la situazione a suo favore. (Start Magazine)

Nomine Ue, von der Leyen e lo 'strappo' di Meloni: che cosa accadrà

La presidente del consiglio italiana ha espresso il suo disappunto nel merito dell'accordo sui top job europei ma anche nel metodo a Bruxelles è stata raggiunta l'intesa Il disappunto per le decisioni prese sul pacchetto dei top job era già visibile sul volto della Presidente del Consiglio prima del suo intervento in Parlamento. (Euronews Italiano)

Escludo che sia così". Rispondendo a una domanda sulla decisione di votare contro Costa e Kallas, Meloni ha risposto: "Se fosse come si dice, cioè che se non sei d'accordo con alcune decisioni qualcuno te la fa pagare, sarebbe vergognoso. (AGI - Agenzia Italia)

Quel giorno, come ha confermato la presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola a margine del Consiglio Europeo a Bruxelles, gli eurodeputati con ogni probabilità voteranno, a scrutinio segreto, sull’elezione della presidente della Commissione indicata dai leader, Ursula von der Leyen. (Adnkronos)