Morti due alpinisti dopo la valanga di Forcella Giau: chi erano Elisa De Nardi e Abel Ayala Anchundia
È pesantissimo il bilancio della valanga che domenica pomeriggio 16 marzo si è staccata nella zona di forcella Giau, sulle Dolomiti Bellunesi, nell’area tra Cortina D’Ampezzo e la Val Fiorentina. Due alpinisti, Abel Ayala Anchundia, 38 anni, nato in Ecuador e residente a Vittorio Veneto (Treviso), ed Elisa De Nardi, 40 anni di Conegliano (Treviso), hanno perso la vita dopo essere stati ricoverati in condizioni disperate in due reparti di terapia intensiva. (Corriere della Sera)
Su altri giornali
Sono salite a due le vittime della valanga caduta ieri poco sotto Forcella Giau, nel territorio di San Vito di Cadore, nel bellunese. Servizio di Andrea Domaschio (TV2000)
/03/2025 CONEGLIANO – «Una ragazza solare, dal sorriso contagioso» così la vicina di Elisa De Nardi ricorda la donna travolta dalla valanga su Forcella Giau. (Antenna Tre)
Senza parole, frastornato e addolorato: così si può definire territorio dell’Alta Marca il giorno dopo la tragedia che ha coinvolto tre sciatori. Come ha fatto sapere un maestro di sci di quella zona, l’area di Forcella Giau, dove si è verificato il fatto, solitamente “è molto frequentata dagli amanti dello scialpinismo”. (Qdpnews.it - notizie online dell'Alta Marca Trevigiana)
Tre morti, quattro feriti e una ventina di scialpinisti travolti dalle valanghe tra Veneto e Valle d’Aosta. Due i morti sepolti da una slavina domenica, sotto la Forcella Giau, nelle Dolomiti Ampezzane. (la Repubblica)
“Era una bella persona e un’ottima collaboratrice”. L’avvocato Pierantonio Fadel ricorda così Elisa De Nardi, sua dipendente per circa 19 anni nello studio legale di via Gera. La morte della 40enne ha gettato nello sconforto familiari, amici ed ex colleghi. (Oggi Treviso)
Le piaceva girare il mondo e amava la montagna: così i familiari ricordano Elisa De Nardi, la 39enne che ha perso la vita ieri domenica, travolta da una valanga staccatasi dalla forcella del Giau. “Era una ragazza solare, la montagna era la sua vita, forse anche troppo” racconta la zia, la quale ricorda come Elisa avesse girato il mondo, sempre con il pensiero rivolto ai ripidi pendii da scalare, sia a piedi che con gli sci. (Qdpnews.it - notizie online dell'Alta Marca Trevigiana)