Starmer, cittadini britannici lascino Libano immediatamente
I cittadini britannici ancora presenti in Libano devono "lasciare immediatamente" il Paese sullo sfondo dell'escalation militare fra Israele e Hezbollah. Lo ha detto il premier Keir Starmer, intervistato dai media dopo il suo intervento clou ieri al congresso laburista (che si chiude ufficialmente in queste ore) e prima di un previsto viaggio a New York per l'assemblea generale dell'Onu. Le parole di Starmer, che ha evocato anche un'accelerazione dei piani di evacuazione da parte del governo, rafforzano i moniti già lanciati dal Foreign Office (Il Piccolo)
Se ne è parlato anche su altre testate
Cipro ha accolto circa 60.000 persone in fuga dalla guerra Hezbollah-Israele nel 2006, e una potenziale invasione di terra israeliana nel sud del Libano con una risposta da parte di Hezbollah sostenuto dall'Iran con missili balistici e droni potrebbe significare evacuazioni di massa sia dal Libano sia da Israele. (Corriere del Ticino)
Fa il giro dei media nel Regno Unito la gaffe sfuggita oggi al premier britannico Keir Starmer mentre lanciava un appello per un cessate il fuoco immediato a Gaza durante il suo lungo discorso al congresso del Labour a Liverpool. (Il Fatto Quotidiano)
Il primo ministro britannico Keir Starmer ha esortato alla "moderazione e alla de-escalation" tra Israele ed Hezbollah parlando alla Conferenza del Partito Laburista a Liverpool, per la prima volta in veste di premier. (il Dolomiti)
Nel suo discorso, “una delusione” per il Guardian, il premier è quindi caduto in un lapsus, chiedendo il ritorno “delle salsicce da Gaza…degli ostaggi”, scambio di parole dal suono simile in inglese (sausages, hostages). (OglioPoNews)
Può sembrare un piccolo lapsus verbale, ma c’è un motivo se questa gaffe e lo scandalo dei sontuosi regali ricevuti dai ministri del nuovo governo britannico hanno finito in questi giorni per dominare l’agenda e far crollare il premier nei sondaggi: è perché manca una narrativa, un progetto, un grande disegno che catturi l’attenzione. (Corriere della Sera)
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