Todde: «Sull’autonomia differenziata fondate le ragioni del nostro ricorso»

Cagliari. «La Corte costituzionale ha confermato oggi l’incostituzionalità di numerosi passaggi della legge sull’autonomia differenziata ritenendo fondate le ragioni illustrate nel ricorso sardo». La presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde commenta la decisione della Consulta. «Questa legge non si può applicare automaticamente alle Regioni speciali come la nostra. Come più volte dichiarato, la Sardegna non può accettare una legge che mina la sua specialità, che la danneggia e che rappresenta una minaccia per il principio fondamentale di uguaglianza tra tutti i cittadini. (SARdies.it)

Su altri giornali

La sentenza della Corte costituzionale, alla quale si erano rivolte quattro Regioni, ha dettagliato molti rilievi sulla legge Calderoli che regola l'autonomia differenziata. (Corriere Roma)

Con la sentenza n. La pronuncia, riguardante il giudizio di legittimità costituzionale del provvedimento, definisce con chiarezza la «valenza necessariamente generale ed unitaria» in riferimento alle «norme generali sull’istruzione». (FLC CGIL)

E diametralmente opposte, tra centrodestra e centrosinistra, sempre più divisi sull'autonomia differenziata. Luca Zaia, presidente leghista del Veneto, sorride nel video in cui snocciola i numeri del verdetto: «Per esempio la Consulta dice: invece di parlare di "funzioni", dovete dire "specifiche funzioni"; invece di parlare di "materie", o "ambito di materie", dovete dire "specifiche funzioni". (ilgazzettino.it)

Autonomia differenziata. La Consulta demolisce (di nuovo) i sogni di Calderoli (di F. Olivo)

La decisione accoglie parzialmente i ricorsi presentati da quattro regioni guidate dal centrosinistra – Puglia, Toscana, Campania e Sardegna – ponendo limiti rigorosi al trasferimento di competenze dallo stato alle regioni. (WIRED Italia)

Se serviva una conferma che la legge sulle autonomie differenziate – pilastro, insieme al premierato e alla separazione delle carriere dei magistrati, del programma politico del destra-centro – è stata scritta male, anzi malissimo, perfino peggio della famosa riforma del Titolo V del centrosinistra che l’attuale presidente della Corte costituzionale, il costituzionalista Barbera, definì «sgangherata», è arrivata ieri con le motivazioni della sentenza 192/2024. (La Stampa)

E anche il principio non sta tanto bene. La legge è stata svuotata. (L'HuffPost)