Usa, dopo il voto la corsa ai ruoli chiave nell’amministrazione Trump: i nomi in lizza
Ad urne elettorali appena chiuse in tutti gli Stati Usa, il team della campagna elettorale di Donald Trump è entrato in modalità “transizione”, con una inattesa accelerazione che ha sorpreso sia i collaboratori del presidente eletto, esausti per la lunga maratona elettorale, sia i media. In una riunione convocata a Palm Beach in Florida ad appena 12 ore dalla fine delle elezioni - racconta “Politico” , la bibbia della politica internazionale in generale e statunitense in particolare - i consiglieri di Trump si sono affrettati ad avviare i piani di transizione, in particolare come gestire il processo di selezione su persone e politiche che daranno forma alla seconda Casa Bianca di Trump. (Il Sole 24 ORE)
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Potrebbe fare il ministro dell’efficienza del governo di Donald Trump e tagliare qualche centinaio di agenzie federali che ritiene inutili; potrebbe fare il consigliere della Casa Bianca, una specie di presidente ombra, ruolo che si è guadagnato sul campo per quello che ha fatto nella trionfale campagna presidenziale; oppure potrebbe semplicemente, si fa per dire, continuare a far crescere le sue aziende, ovvero 1) mandare altri razzi nello spazio che fanno avanti e indietro come nessun altro sa fare, come ha detto Trump nel discorso della vittoria; 2) completare la costellazione di satelliti Starlink che portano Internet ovunque nel mondo, anche in zone di guerra, come l’Ucraina; 3) mettere sulle strade le auto a guida totalmente autonoma di Tesla, che è già la marca di auto elettriche più vendute del mondo; 4) lanciare sul mercato i suoi robot umanoidi di cui per ora abbiamo visto soltanto delle dimostrazioni, taroccate peraltro; 5) finire i test clinici su Neuralink, il sistema che consentirà a chi è affetto da gravi patologie neurologiche di comunicare tramite un computer; 6) e vincere la sfida dell’intelligenza artificiale con il modello linguistico Grok. (la Repubblica)
È davvero un imprenditore geniale: i 119 milioni di dollari che ha speso per sostenere la campagna elettorale di Trump sono già tornati a casa con un guadagno di 13 miliardi, grazie al rialzo del 13% del titolo Tesla a Wall Street che ha moltiplicato di 11.000 volte, secondo la Cnn, la somma investita. (ilgazzettino.it)
Non un passo indietro, e neanche di lato. Non vivrà alla Casa Bianca, ma sarà una sorta di uomo ombra qualunque decisione venga presa nello Studio Ovale. (Il Fatto Quotidiano)
I circa 119 milioni di dollari iniettati nella macchina della campagna elettorale. La compresenza sul palco agli ultimi comizi. L’intervista in mondovisione sulla sua piattaforma social X. Nessun tycoon ha sostenuto la corsa di Donald Trump alla Casa Bianca con la potenza economica e l’entusiasmo di Elon Musk (nella foto qui sotto), il numero uno della Tesla. (AlVolante)
Se si eccettua l’endorsement netto e plateale di Elon Musk, ceo di Tesla e SpaceX, che fin dall’inizio ha sostenuto, anche economicamente, il candidato repubblicano, tutti gli altri leader delle piattaforme sono rimasti alla finestra e, vista l’incertezza dei sondaggi, hanno preferito coltivare l’ideale della neutralità e dell’equidistanza tra i due sfidanti. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
E dall’arrivo del tycoon alla Casa Bianca, eletto 47° presidente degli Stati Uniti con una vittoria inaspettata in tutti gli Stati chiave e nel voto popolare, Elon Musk ha registrato un aumento di quasi 21 miliardi di dollari del suo patrimonio netto, che è arrivato a 285,6 miliardi di dollari. (Il Fatto Quotidiano)