Dopo la pandemia solo il 6% delle imprese tornerà senza smart working

Il mondo del lavoro non potrà più fare a meno dello smart working.

Dopo la pandemia solo il 6% delle imprese tornerà alle condizioni di prima, cioè senza smart working.

Per quanto riguarda le prospettive concrete per il futuro sempre nell’ambito dello smart working, poco meno di due aziende su tre modificheranno il modus operandi precedente, o implementando in modo sistematico lo smart working (43%) o incrementando le pratiche di smart working già in atto (18%). (La Stampa)

La notizia riportata su altre testate

Comuni a molti Paesi sono anche le sanzioni per la violazione delle norme sul trattamento dei dati, previste in Europa dal Gdpr. L’altra faccia del lavoro a distanza emerge da una ricerca di uno studio legale sulle possibilità di controllo dei dipendenti, sfruttando la geolocalizzazione. (Corriere della Sera)

In Germania ci si sta già pensando, tanto da formulare una prima proposta: un bonus da 5 euro al giorno riconosciuto a chi collabora dalle proprie mura domestiche. Rimane però un semplice quesito a cui rispondere, ma che abbiamo fin qui nascosto sotto al tappeto: chi paga? (Punto Informatico)

L’istituto di credito aveva suggerito al contrario l’ipotsi di tassare i lavoratori, ritenendo il lavoro da casa un privilegio e un risparmio di costi per i dipendenti. Una somma forfettaria da riconoscere per un massimo di 100 giorni all’anno e un limite di due anni. (Corriere della Sera)

Uno dei principali nodi che dovrà essere chiarito è se questo nuovo bonus andrà ad unirsi anche al bonus forfettario di 1.000 euro una tantum. (Money.it)