Se perdere le parole ci rende meno liberi
Ha a che fare con il tempo, la questione dell’analfabetismo impietosamente fotografata dai dati Ocse, questo è il primo dato da tenere a mente. Perché una società che non sa, non ha più le parole e i numeri per leggere il mondo è una società che non ha futuro, non sa immaginarlo, può averne solo paura. Punto, l’editoriale potrebbe finire qui: invece qui cominciamo, perché in questa storia, che fa… (La Stampa)
Ne parlano anche altri media
Stupefacente lo stupore. Il nostro è un Paese fermo dagli anni Settanta dello scorso millennio (e chi sta fermo arretra) e la sua “intelligenza sociale” avrebbe dovuto invece miracolosamente crescere? La classe politica non è riuscita a condurre in porto nessuna delle riforme amministrative e istituzionali che tutti ritenevano necessarie dopo la catastrofe Tangentopoli. (La Stampa)
Questo significa, molto semplicemente, che il 33% degli italiani non è in grado di comprendere un testo più lungo di qualche riga, non sa valutare, usare e farsi coinvolgere dalle riflessioni profonde e dalle problematiche che richiedono tempo di studio e riflessioni prospettiche. (L'HuffPost)
E questo è ciò che emerge dall’analisi degli adulti, in attesa che diventino adulti quelli che, anno dopo anno, sui banchi di scuola manifestano carenze sempre più evidenti a ogni rilevazione e in ogni momento del percorso scolastico. (Panorama)
Secondo l’indagine sulle competenze degli adulti 2023 dell’OCSE, l’Italia è agli ultimi posti tra i paesi membri dell’organizzazione in tutte le classifiche: capacità di comprensione del testo, calcolo, risoluzione dei problemi. (Finestre sull'Arte)
Due notizie: la prima riguarda un nuovo rapporto dell'Ocse sull'analfabetismo funzionale che fotografa una situazione allarmante per il nostro paese, che si posiziona negli ultimi posti tra le 31 nazioni analizzate per capacità di lettura, calcolo matematico e risoluzione dei problemi nella popolazione adulta tra i 16 e i 65 anni. (La Gazzetta del Mezzogiorno)
Più del 35% degli adulti nel nostro Paese si colloca ai livelli più bassi di competenze di lettura e matematica, mostrando difficoltà persino nella comprensione di testi semplici o nell’esecuzione di calcoli basilari. (La Gazzetta del Mezzogiorno)