Giulia Cecchettin, lo zio: «Abbiamo fame di giustizia, spero nell’ergastolo e che sia vero»
Andrea Camerotto, zio materno di Giulia Cecchettin, è stanco e provato da una lunga giornata trascorsa in tribunale. Un momento atteso da mesi, scandito da accorate richieste di giustizia e dal tenero ricordo della nipote. Omicidio Giulia Cecchettin, papà Gino: «Pensarti è tenerti per mano anche da lontano - scrive sui social condividendo una foto in cui abbraccia Giulia -. Pensarti è dolore e sollievo, è il desiderio di ogni giorno di venire a salutarti. (ilmessaggero.it)
Ne parlano anche altre testate
«Questo non è il processo contro i femminicidi, ma un processo contro il singolo che si chiama Filippo Turetta e che risponderà dei reati che gli sono stati contestati. Non avrebbero dovuto fare notizia le parole pronunciate l’altro ieri dal procuratore capo di Venezia Bruno Cherchi a commento dell’inizio del processo a Filippo Turetta per l’omicidio di Giulia Cecchettin. (Tempi.it)
Come femministe, mai vorremmo che un processo per femminicidio divenisse un palcoscenico per le morbosità di cronaca rosa o nera: è anzi ciò contro cui combattiamo. Rischia di essere un grave passo indietro la decisione della Corte di Assise di Venezia di non ammettere la costituzione di parte civile delle associazioni femministe nel processo a Filippo Turetta, imputato per il femminicidio di Giulia Cecchettin. (L'HuffPost)
"Capirei e accetterei se d'ora in poi volete dimenticarmi e rinnegarmi come figlio e probabilmente sarebbe la scelta migliore per la vostra vita. (Zoom24.it)
Lasciando a chi ne ha il compito capire se le due immagini possono stare assieme, Filippo Turetta, allo stato degli atti, è quello sotto processo in Corte d'Assise a Venezia, accusato dai magistrati di aver massacrato con 75 coltellate l'ex fidanzata, Giulia Cecchettin, appena 22enne. (TG Padova)
“Capirei e accetterei se d’ora in poi voi vogliate dimenticarmi e rinnegarmi come figlio, vi ho già causato troppo dolore e sarebbe probabilmente la scelta migliore per il proseguo della vostra vita. Lo scrive Filippo Turetta in una lettera inviata ai genitori pochi giorni dopo l’arresto in Germania del 19 novembre scorso, quando il 22enne si trovava nel carcere di Halle. (Casteddu Online)
Leggere a distanza di mesi la lettera che Filippo Turetta ha scritto ai suoi genitori poco dopo l’arresto in Germania (novembre 2023) risponde in modo disarmante alla domanda che tutti avremmo voluto porgli: “Come hai potuto?”. (Famiglia Cristiana)